Hai mai pensato che il perdono sembra essere uno dei concetti più difficili da applicare? Oltre a questo, ho potuto verificare che è un termine frainteso.
Molte volte non perdoniamo perché crediamo che il perdono contribuisce all’ingiustizia. “Quella persona non merita il nostro perdono”, abbiamo pensato. Se perdoniamo eviteremo di farci del male di nuovo, ci avvarremo della “nostra nobiltà.” La rabbia per il danno e le offese spesso non diminuiscono con il tempo. Si può essere in collera con i propri genitori per i loro errori durante la loro vecchiaia, o con tua sorella o fratello perché anni fa, magari, ti hanno detto che sei “egoista” e non avrai mai nessuno vicino.
In questo modo nessuno perdona e manteniamo la ferita nell’anima come un tesoro, fonte di ricordi che riceviamo ogni tanto come se guardassimo il nostro album fotografico. E in quel momento, proiettiamo ancora una volta nella nostra mente il nostro triste film e riviviamo ogni imperdonabile episodio provando stati d’animo negativi: questo è rancore.
Ma su quali basi davvero vale la pena perdonare? Solo perché una questione religiosa o di puro altruismo? In un mondo che spesso appare molto crudele, c’è qualche domanda a cui è impossibile rispondere?
L’informazione è ricca e varia al riguardo. Alcuni esperti hanno studiato il perdono come una scienza e hanno trovato alcune risposte davvero sorprendenti.
Per conoscere e padroneggiare il tema, dobbiamo prima sapere da che cosa il perdono è costruito, ovvero come avviene questo processo.
Fred Luskin, lo psicologo della salute e direttore del Progetto Perdono presso la Stanford University, indica il perdono come la guarigione, che comprende studi di casi che mostrano, che il perdono non accetta crudeltà, dimenticando ciò che è successo di doloroso o giustificare il cattivo comportamento. Né implica la riconciliazione con l’autore dell’offesa. “Il perdono è per te e non per tutti coloro che hanno offeso”, dice Luskin.
Inoltre: “Si impara a perdonare come imparare a calciare un pallone. La ricerca sul perdono dimostra che le persone mantengono la loro capacità di preoccuparsi, ma usano la saggezza. Non sprecate la vostra energia preziosa intrappolati in rabbia e dolore per le cose che possono essere nulle. Nel perdono, ci rendiamo conto che nulla può essere fatto per cambiare il passato, ma consente di vivere meglio il presente e futuro. Il perdono aiuta a ridurre lo stress per gli eventuali incontri con l’altra persona”.
Ma qual è il segreto per agire con coraggio?
Resilienza, la parola magica.
Boris Cyrulnik ha subito la morte dei suoi genitori in un campo di concentramento nazista, da cui è scappato quando aveva sei anni. Dopo la guerra, andò da un rifugio all’altro finché non trovò la stabilità in una fattoria. Alcuni vicini di casa gli hanno insegnato l’amore per la vita e per la letteratura, e in seguito ha deciso di diventare un medico studiando i meccanismi di sopravvivenza. Oggi è uno psichiatra neurologo, scrittore, psicoanalista e specialista in resilienza, il concetto psicologico che definisce la capacità delle persone di superare le avversità e di essere forte in caso di crisi. “La resilienza è un antidestino”, dice Cyrulnik. “E’ un lavoro non facile, ma è uno spazio di libertà interiore che permette di non essere sottomesso alla sua ferita.”
Le persone che possono superare le tragedie o riescono ad uscire da periodi difficili di dolore emotivo possono lasciare il proprio ruolo di vittima e iniziare una nuova vita, come Boris. Vi siete mai chiesti perché alcune persone, sopraffatti dalla disperazione nell’infanzia, si orientano verso attività criminali o diventano violenti, e altri invece, recuperano diventando persone buone e sono felici? La resilienza può essere la risposta, e per realizzarlo, il perdono è uno degli ingredienti necessari.
Senza perdono non si può crescere e diventare più forti di fronte alle avversità. Non si può ottenere nulla senza la resistenza. Alcune persone tengono i loro dolori per mostrare al mondo quanto sono state vittime e trattate male, non volendo rendersi conto che esse stesse sono danneggiate nel processo.
Il mondo non vuole vedere il nostro passato, ma quello che possiamo fare e dare qui ed ora. Quando ci aggrappiamo al vecchio dolore, l’autocommiserazione offusca la nostra capacità di dare agli altri e quando assumiamo il ruolo di martiri, ci sediamo ad aspettare che qualcuno arrivi per risolvere magicamente la nostra vita, ma non sarà mai così!
Oltre alla salute spirituale, ci sono parecchie prove per credere che il perdono faccia bene anche alla salute fisica. Uno studio denominato “Il perdono e la salute fisica” tenuto presso l’Università del Winsconsin ha dichiarato che imparare a perdonare può aiutare a prevenire le malattie cardiache nella mezza età. In questa indagine è emerso che maggiore è la capacità di perdonare le persone, e minore sono i problemi di salute coronarici che si possono manifestare nella vita. Al contrario, minore è l’abilità di giustificare, e maggiore saranno i disturbi cardiovascolari.
Se abbiamo un pensiero negativo il nostro sistema immunitario e le nostre difese dell’organismo saranno maggiormente attaccabili.
Perdonare non è dimenticare o accettare l’errore o lo sgarbo. Al contrario, è quello di iniziare di nuovo, con l’esperienza, senza rancore, per “volare” verso la giusta serenità.
Come l’amore, il perdono non è qualcosa che viene “consegnato” agli altri, ma un dono di vitale importanza per noi stessi.
E tu hai difficoltà a perdonare e a ricominciare da zero? Dimmelo nei commenti dopo la visione di questo video tratto dal film “Il curioso caso di Benjamin Button”.
Ciao! Buon anno!
.. che cosa difficile il perdono,non per le sciocchezze ma per le situazioni più gravi,quelle che ti colpiscono nel profondo, personalmente ci devo lavorare su parecchio e con difficoltà riesco a perdonare.. Dici che serve più a chi perdona questo gesto, ma nei panni del perdonato credo che saperlo sia molto rasserenante.
Ottimo 2013 Angela,
Chiaro che è difficile perdonare, soprattutto quando l’offesa è notevole e fa male dentro di noi! Ma pensa alla serenità e a come ti puoi sentire dopo aver fatto pace con l’altra persona e soprattutto con te stesso, senza dubbio uno stato d’animo sollevato! Il bello del perdono è che non bisognerebbe avere troppe aspettative nei confronti del perdonato altrimenti si potrebbe avere una doppia delusione! Perdonare per la gioia di fare pace con se stessi e con il mondo intero, questa potrebbe essere la chiave!
Un forte abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Ciao,
Ma se perdoniamo qualcuno che non se lo merita, non credi che passiamo anche per “cornuti e mazziati”?
Ciao Max,
Non direi proprio, l’elevazione della nostra personalità e della nostra crescita è proprio nel perdonare chi non lo meriterebbe! Immagina che prova straordinaria per te stesso concedere un perdono a chi non lo meriterebbe!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
secondo me il perdono è la prova della nostra debolezza, d’accordo, dopo stiamo meglio perchè non dobbiamo più pensarci, abbiamo lasciato il problema dietro di noi, ma non lo abbiamo risolto, vinto. Il vero successo è vincere, no? Se mi metto a perdonare chi mi fa il mobbing al lavoro mi rendo più debole ancora quindi sono la terra fertile a chi mi vuole fare del male…
Cara Asia,
La vera vittoria è sempre con noi stessi e mai contro gli altri! Ti farebbe stare meglio perdonare chi ti ha ferito oppure tutto ciò non ti appagherebbe? Cosa è per te la felicità? Il vero successo nel nostro contesto di crescita personale è la progressiva realizzazione di un valido ideale!
Se qualcuno ti fa mobbing a lavoro vuole strumentalizzare la tua dignità allo scopo di eliminarti e sarebbe giusto fermare questo processo e resistere con resilienza appunto!
Il perdono lo devi volere sorpattutto se vuoi rimanere in contatto con quella persona, in caso contrario se non ti interessa frequentarla, puoi cambiare semplicemente strada e fare un percorso diverso!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Ciao,
Complimenti per il video! Significativo e pieno di significato. Vedrò il film appena posso!
Andrea da Ancona
Caro Andrea Bonci,
I film sono un ottimo veicolo per arrivare alle nostre emozioni! Provare per credere diceva un vecchio spot!
A presto,
Pierluigi D’Alessio
Ciao,
io per carattere non riesco a perdonare.
Ho creduto con tutta me stessa a mio marito, vincendo la diffidenza iniziale, che mi portava a non fidarmi mai degli altri fino a quando non ne avevo sperimentato l’onestà e la coerenza. Ho costruito una vita insieme, ho avuto due figli che ormai hanno più di 30 anni. Circa sette anni fa ho lasciato mio marito perché sentivo che non mi amava più e dopo che me ne sono andata ho scoperto che da circa 10 anni aveva una storia con una donna di 17 anni più giovane di me, ma dopo che io l’ho lasciato libero anche lei lo ha lasciato.Lui però si è subito consolato trovandone un’altra, come se niente fosse. Io non riesco a superare il mio passato. Per me il matrimonio era per sempre e ora dopo più di 5 anni, pur essendo convinta di aver fatto il passo giusto, non riesco ne’ a sentirmi pronta per incontrare un’altra persona,ne’ ad avere con lui normali rapporti di conoscenza, anzi non lo voglio nemmeno incontrare perché ormai non ho più alcuna fiducia in lui e non voglio averci a che fare. Il fatto che abbia tenuto con me un’ ipocrita doppia vita non mi permette di perdonarlo perché “il modo ancor m’offende” . Vorrei uscire da questo labirinto della mia vita, ma non so come fare. Ci sono suggerimenti? grazie
Cara Margherita,
Resistere a recitare la parte dell’integgerrima e vivere nei risentimenti non ci porta mai da nessuna parte.
Quando prima o poi finiremo la nostra esistenza, e quell’attimo prima di chiudere gli occhi penseremo sicuramente a quanto siamo stati ottusi e stupidi a vivere nel conflitto: ne sono sicuro!
Non è mia natura essere deleterio Margherita, ma se il dolore è una leva fondamentale per operare dei cambiamenti, allora lo sfrutterò! Pensa anche ai vostri figli e come possono vivere questa separazione difficile, fatta di ripicche ed offese!
Probabilmente il tuo ex marito non è stato leale, ma sono convinto che elaborare l’abbandono e il perdono ti eleverà di spirito. Non significa pentirsi delle scelte o tornare indietro ma certamente dimostrare che la vera forza è nel dimostrare la tua mano tesa!
Il percorso può essere duro, pieno di buche e fatto di salite, ma se fai il primo passo ed arriverai in cima, scoprirai te stessa con una chiarezza d’animo eccezionale, se credi ti possa aiutare trovati un mental coach!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Il perdono è veramente importante, e ognuno dovrebbe capire che non vuol dire arrendersi al volere degli altri o lasciare perdere. Il perdono, come dici tu, è prima qualcosa per se stessi, e il risentimento peggiora solo la situazione. Il tuo è un articolo molto utile!
Ciao Marco,
Credo che chi sa perdonare davvero abbia una superiorità di animo senza fine!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio