Avete mai pensato che proprio le persone che più ci sono vicine sono coloro che provano invidia nei nostri confronti? Ma perché la gente invidia gli altri? Perché qualcuno prova odio nel vedere felice qualcun’altro o deve stare male ogni volta che lo vede stare bene?
Quando mia mamma, nei primi anni ’80, mi spiegò il significato dell’invidia, disse semplicemente che coloro che invidiano gli altri sono persone cattive. Ma è veramente così? O c’è qualche altra ragione dietro questi risentimenti di invidia?

I sentimenti di invidia solitamente non derivano da odio verso gli altri o dalla natura malvagia dell’essere umano, ma di solito derivano da sentimenti di inferiorità che si verificano quando la nostra mente registra qualcuno fare meglio di noi e avere risultati positivi.


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I nostri pensieri attraversano la mente da due diverse fonti. Dall’interno, quando ricordiamo qualcosa che è importante per noi, e dall’ambiente esterno, quando recepiamo qualcosa che ci ricorda qualcos’altro.

Forse non ricordi la tua obesità finché non osservi qualcuno con un corpo perfetto o una pubblicità per costumi da bagno. Le persone che hanno ferite emotive non si sentono male per tutto il tempo, ma solo nel momento in cui questo dolore riaffiora ogni volta che si scontrano con la verità! Ma come diceva il mio mentore dell’ infomarketing, Italo Cillo, la verità è sempre liberatoria perché ci apre alla maturità e alla crescita!

L’invidia non si manifesta solo quando qualcuno fa qualcosa meglio di noi, ma anche quando avviene in noi un “ancoraggio negativo”, definito dalla PNL,  come il collegamento del nostro ricordo in una situazione in cui non siamo bravi, oppure che non sapremo ripetere i risultati che avuto quella persona.

La mancanza di autostima e il senso di inferiorità, tendono a farci visualizzare noi stessi incapaci di essere bravi quanto gli altri. Il nostro dialogo interno potrebbe comunicarci che non siamo all’altezza di qualcosa o dirci, ad esempio, che non siamo capace di raggiungere l’indipendenza finanziaria.

Maggiori saranno rafforzate le tue credenze limitanti, maggiori saranno i sentimenti di invidia nutriti. Goethe affermava: “Non appena ti fiderai di te stesso, capirai come vivere.”

Il complesso di inferiorità ti porta a convincerti che non sei bravo a fare qualcosa, o almeno non come i tuoi amici, fratelli, sorelle, vicini di casa, colleghi di lavoro, conoscenti, etc.

Ognuno di noi ha dei punti deboli e noi tutti possiamo invidiare gli altri su alcuni aspetti della loro vita, purtroppo tendiamo sempre a notare ciò che ci manca e mai ad apprezzare ciò che già abbiamo, ciò che differenzia una persona “grande” da una persona debole è che il primo utilizza i sentimenti di (invidia) come un motivo per fare grandi risultati, mentre l’altra persona si sopprime in sentimenti di profonda invidia dentro di sé, insieme con il grande mucchio di emozioni represse che possiede.

Ma come eliminare l’invidia?
Non è difficile, occorre impegno, dimostrare a sé stessi che si può fare meglio dei tuoi coetanei, amici o fratelli, e non invidiarli di nuovo! Occorre avere cura di noi stessi, abbandonare la convinzione che la vita sia una corsa contro gli altri vedendoli sempre come termine di paragone.

Ognuno è diverso dall’altro e tutti abbiamo delle potenzialità, la forza per realizzare i nostri progetti, obiettivi, e raggiungere il massimo delle prestazioni, va cercata dentro di noi! Invidiare qualcuno significa perdere tempo, guardando altrove, invece di dedicarlo alla nostra vita, a noi stessi.

L’ultimo passo è liberarti dall’invidia pensando a quanto male ti stà provocando, a quanto tempo hai perso a roderti il fegato…A quale scopo? Riflettici! Agisci e OSA (Obiettivo, Scopo, Azione!). Datti da fare e abbi cura di te, amati, sii superiore e vedrai che smetterai di provare invidia e trasformandoti in un’ottimista ti accorgerai di quanto il mondo sia meraviglioso!

Vi lascio con un video tratto dal film “American Psycho” per farci riflettere su quanto sia folle essere invidiosi. Dopo la visione, scrivimi nei commenti: “Sei invidioso? Se almeno in qualche occasione lo sei stato in passato, quali effetti hai prodotto?”