Nel post “L’anno che verrà” abbiamo parlato dell’importanza di porsi gli obiettivi, i famosi propositi, o, se preferite, i desideri. Per cambiare qualcosa nella nostra vita, il primo passo è sapere cosa vogliamo (e non è banale, molti di noi sono veramente confusi a proposito di ciò che vogliono). Il successivo è fare i passi concreti per realizzarlo (e non è banale neanche questo, molti di noi pur sapendo cosa vogliono non fanno nulla per realizzarlo).
Ma il presupposto necessario per entrambi è decidere. La vita consiste in innumerevoli possibilità, in innumerevoli strade da percorrere. Possiamo percorrerle tutte? Possiamo sperimentare tutte le possibilità che la vita ci offre? Naturalmente, no. Come esseri umani abbiamo una “data di scadenza”, un certo tempo, spazio ed energia a disposizione. Dobbiamo continuamente decidere!
La nostra vita è costellata di tantissime quotidiane decisioni (in una giornata ne prendiamo a centinaia), eppure il più delle volte non siamo proprio consapevoli di aver deciso. A volte, invece, evitiamo di decidere facendo decidere qualcun altro.
Bene, la buona notizia è che la non-decisione è una chiara decisione di non decidere! Quindi, chi si illude di non decidere (facendo decidere qualcun altro o le circostanze, dandogli la responsabilità), in realtà decide eccome! Solo che di solito risulta scontento, e non sa perché. Suona familiare a qualcuno?
Decidere letteralmente significa “tagliare”. Quando decidiamo per una possibilità, noi “tagliamo fuori” altre possibilità esistenti. Il fatto è che difficilmente siamo consapevoli dell’importanza di ogni singola decisione nel nostro percorso di vita. Voglio ricordarvi la celebre citazione che molti di voi già conoscono (ma certe frasi è bene rileggerle, anche quotidianamente):
Fai attenzione ai tuoi pensieri perché i tuoi pensieri diventano le tue parole.
Fai attenzione alle tue parole perché le tue parole diventano le tue azioni.
Fai attenzione alle tue azioni perché le tue azioni diventano le tue abitudini.
Fai attenzione alle tue abitudini perché le tue abitudini diventano il tuo carattere.
Fai attenzione al tuo carattere perché il tuo carattere diventa il tuo destino.
Ora siamo ai primi giorni del primo mese di un nuovo anno. Facciamo un gioco? Chiamiamolo “il gioco dell’1”, visto che siamo nel mese numero 1: in ogni giorno di questo mese prendiamo una decisione consapevolmente. Possibilmente collegata ad uno dei desideri/obiettivi scritti per l’anno nuovo.
Una decisione di cambiare il pensiero su qualcosa di importante. Una decisione di utilizzare le parole diversamente o di introdurne delle nuove (potrebbe essere “sì”, per chi lo dice poco, o “no”, per chi è il contrario). Una decisione di fare qualcosa diversamente del solito (può essere anche qualcosa apparentemente banale, perché in realtà nulla è banale).
Una decisione di cambiare l’abitudine che domina le nostre giornate o almeno di romperla ogni tanto. Una decisione di cambiare qualcosa del nostro carattere di cui spesso ci sorprendiamo a pronunciare “Sono fatto/fatta così”. E ascoltiamo che risposta ha in noi questa decisione.
Tu? Che decisione hai preso oggi? Dimmelo nei commenti.
Caro Pierluigi, sicuramente dipenderà dal fatto che la vita mi ha messo davanti a scelte davvero molto difficili, fin troppo importanti rispetto al mio vissuto e alla mia età, che non te lo nego; il senso di responsabilità delle mie decisione lo vivo in maniera molto forte e tutt’altro che irresponsabile; sto già, seppure con non poche difficoltà, di cambiare le mie abitudini assolutamente negative; ed è vero che noi prendiamo decisioni in continuazione, a partire dal “STAMATTINA MI MANGIO IL CORNETTO O BEVO SOLO IL CAFFE’? Questo è un esempio tanto per, non è un riferimento personale, “LA TENDA LA LASCIO CHIUSA O APERTA?”. Domande che appaiono stupidissime e invece indicano come noi appunto prendiamo decisioni in continuazione anche senza accorgercene. Personalmente , raramente lascio prendere agli altri decisioni che riguardano la mia vita, a meno che si tratta davvero di cose che per me non fanno molto la differenza e allora lascio campo libero agli altri, ma solo per agevolare loro più che altro. Senz’altro io ho un carattere abbastanza ben strutturato, nonostante sia a volte capace di molte sorprese perchè effettivamente sono anche lunatica a volte e devo dire che non è facile cambiare, però ho anche sperimentato che se lo desideri ardentemente, cambiare si può, anche quando lo zoccolo è molto duro
P.s. mi sto imparando anche la matematica con l’iscrizione a questo blog e a fare qualche operazione senza usare la calcolatrice 😉
Ciao Claudia,
Danijela Babic, autrice dell’articolo ci dirà il suo pensiero ma intanto io personalmente credo che ogni forma di cambiamento in qualche modo deve essere interpretata come positività in quanto si vanno incontro a nuove prospettive e opportunità, altri forse possono vedere il cambiamento con ostilità, perdita dello status quo ma tutto ciò non crea crescita e sviluppo. Alla fine anche questa è una decisione!
Un abbraccio e sotto con la matematica allora, anche questa è crescita personale!
Pierluigi D’Alessio
ops, errori . . .sto già cercando di cambiare . . .
Ciao Claudia!
Innanzitutto, complimenti per il tuo atteggiamento e lo sforzo di cambiare delle abitudini che hai individuato come negative per te!
Noi siamo in continuo cambiamento, sia se ne siamo consapevoli sia che crediamo di “essere sempre uguali” (in quest’ultimo caso spesso in realtà si tratta di un lento cambiamento in peggio). La crescita personale consiste in una consapevole intenzione di cambiare in meglio. Concordo pienamente con Pierluigi sul fatto di interpretare ogni forma di cambiamento come positività, in quanto portatrice di nuove prospettive e opportunità, perfino quando il cambiamento comporta un temporaneo peggioramento (effettivo oapparente)
(Continua – per errore avevo premuto il tasto “invia”)
Mi spiego meglio: proprio per la difficoltà di cambiare, di cui parli nel tuo commento, lo stato più critico molto spesso è quello di “status quo”, stallo, immobilità: a volte ci rendiamo conto di voler o dover cambiare ma non riusciamo, ma a volte (il caso più frequente) non ci rendiamo nemmeno conto della necessità di cambiamento. Paradossalmente, in questi casi è meglio anche un cambiamento in peggio che nessun cambiamento. La priorità diventa scardinare una struttura fossilizzata.
Ecco perché adottare “la strategia dell’1” facilita il cambiamento: sposta attenzione dalla mole del lavoro che ci rendiamo conto di dover svolgere per cambiare un’abitudine radicata, focalizzandola sul meccanismo con il quale abbiamo appreso la stessa abitudine: un passo alla volta.
Ti auguro di applicare il tuo consolidato senso di responsabilità nel prenderti cura amorevolmente della costruzione di nuove abitudini che ti facciano sentire sempre meglio. Una alla volta.
Bell’articolo. Visto che siamo il risultato delle nostre abitudini, Facciamo anche un altro gioco, ogni mese decidiamo di sviluppare una nuova abitudine. Ecco una lista di abitudini potenzianti: mangiare in modo sano, allenamento fisico, gratitudine, meditazione, leggere libri costruttivi, affermazioni positive…Io ho già scelto le mie nuove abitudini e tu?
Grazie Danilo! Bel suggerimento! Se mettiamo in moto la nostra creatività possiamo trovare molti modi di crescere divertendosi…allora avanti con una decisione consapevole al giorno, funzionale a sviluppare la nuova abitudine che abbiamo scelto per questo mese! 🙂
Figurati 😉 mi piace l’idea che proponi di crescere divertendosi 🙂