Gli attacchi di panico possono essere affrontati e mitigati con un trattamento adeguato, poiché essi sono fondamentalmente, per noi esseri umani, una risposta naturale ad una minaccia percepita primaria: la paura.
Questo è ciò che ci tiene in vita, dopo migliaia di anni ed è nei nostri geni a diversi gradi. Tutti noi agiamo su 2 leve: fuggire dal dolore e ricercare il piacere.
In questo articolo ho raccolto i 5 passi necessari per eliminare gli attacchi di panico in modo naturale:
1. Osservare le reazioni del corpo e della mente.
Il nostro corpo è una macchina incredibile e il sistema di nervi e sensori recettori trasmettono tutte le informazioni necessarie. Il nostro cervello trasmette avvisi attraverso una complessa corteccia cerebrale, causando il processo decisionale e l’azione.
Questo permette al cervello di sapere se il problema è reale oppure se frutto della nostra immaginazione. Se si premono i tasti giusti, si scopre che il cambiamento fisico è il risultato dei nostri pensieri.
Questi cambiamenti possono essere sottili come una lieve sudorazione sulle mani per aumentare la velocità del battito cardiaco e anche un possibile svenimento.
2. Tornare nel qui ed ora con la mente rilassandosi e pensando che non vi è alcuna minaccia.
Ripetere l’operazione per un paio di minuti, in modo da memorizzarla nel tuo subconscio.
3. Curare il tuo ambiente, l’alimentazione, la salute e lo stile di vita.
Nella vita moderna di oggi, questi possono essere i motivi di attacchi di ansia attribuiti al nostro stile di vita, occorre vivere nel benessere.
4. Rimuovere le influenze malvagie che ti possono aggiungere stress.
Se ti senti stressato, ci deve essere qualche motivo. Scegli come affrontare questa tensione mentalmente anche con la meditazione. A volte pensarci aiuta.
5. Se si verifica un attacco o sentire che sta arrivando, non reagire.
Ebbene si, accettare e lasciare fluire l’ansia è la miglior terapia. Una volta che hai vissuto più volte questa situazione, ci si abitua e sarà più facile affrontare gli attacchi di panico. Ultimamente ho letto in libro di F. Bianchi e S. Scala “One minute panic strategies” –Uno Editori, che affronta questa tecnica per eliminare naturalmente gli attacchi di panico.
Nello specifico, passare attraverso queste fasi:
1. Accettazione del problema (Se soffri di attacchi di panico in questo momento è inutile far finta che non siano mai esistiti)
2. Accoglienza e consapevolezza dei sintomi (Naturalmente noi esseri umani tendiamo a fuggire dal dolore ma, in questo contesto dobbiamo fare il contrario. In particolare dobbiamo accogliere l’attacco di panico come se lo stessimo aspettando, un po’ come un appuntamento con un amico!)
3. Amplificazione dei sintomi (Nessuno è mai morto di attacchi di panico, pertanto la terapia consiste proprio nella concessione che diamo al panico di attaccarci passivamente fornendogli però soltanto 1 minuto, non di più. Praticamente diciamo a noi stessi questa frase: “Ok panico ti aspettavo, fa quello che devi fare per un minuto sino al tuo massimo sfogo. Ti concedo altri 15 secondi e poi ti devo salutare. Ok STOP!”
4. Affidamento (Ascolta il tuo corpo e fidati di lui, lascia che i sintomi facciano il suo corso con la consapevolezza che il tuo corpo sa cosa deve fare per ripristinare e preservarti dalle aggressioni interne o esterne!)
5. Decorazioni da un minuto (Calma, presenza, visualizzazioni, yoga, rilassamento, applica tutto ciò che conosci per ripristinare lo stato di serenità svanito durante il tuo attacco di panico).
Assicurarsi che ogni giorno si sta tentando di modificare un po’ i comportamenti per ottenere una adeguata gestione degli attacchi diventa una sana abitudine. Stare lontano da caffeina (caffè, bevande energetiche, coca cola, ecc.), droghe ed alcol.
Provate l’esercizio aerobico come la corsa o il ciclismo. Aiuta a scaricare l’adrenalina che viene rilasciata durante un attacco di panico e riduce i sintomi associati, anche in questo caso lo sport aiuta! Se soffri di attacchi di panico, non rinunciare a priori a prendere l’ascensore, guidare l’auto, andare in metropolitana, prendere l’areo.
Accetta il sintomo, accoglilo e sorprendilo quasi come se fosse il tuo vicino di casa rompiscatole che arriva sempre nei momenti inopportuni e invece di liquidarlo in 2 minuti lo inviti pure a prendere un caffè! Quando arriverai a ciò sarai sempre più forte!
Ti saluto e ti aspetto nei commenti per discutere assieme l’argomento!
Argomento molto interessante. Magari fosse cosi facile controllarli……Arrivano quando meno te te aspetti, e ti sconvolgono …….. Io dico sempre quando. Parlo con il maledetto ospite::”Fai pure , tanto io sono più forte ;)” Ultitamente ci riesco ma l’estate scorsa e’ stata una vera tragedia INFERNO! In ogni caso provero’ a seguire questi consigli
Grazie Samira 🙂
Ciao Samira,
Nella nostra vita nulla è facile, ma con l’atteggiamento mentale giusto si possono sfidare le avversità! Tutta questione di atteggiamento mentale. Quest’ultimo ci fa fare la differenza quando vogliamo qualcosa e lo otteniamo!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Bell’articolo! Confermo che la meditazione e l’accettazione del problema porta alla soluzione!
Bravo Pierluigi a diffondere questi splendidi suggerimenti!
Ciao Tommaso,
Rimaniamo focalizzati sulle soluzioni, scoprendo come migliorarci e vivremo sempre più felici!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
meditazione, yoga
Se posso dare la mia esperienza personale…
Ho sofferto di attacchi di panico ripetuti ed intensi, non ne ho mai reso partecipe nessuno, se non una volta superato.
Qual’è stato il mio metodo, che in una volta sola mi ha permesso di superare il problema?
Autoprovocazione.
Sapevo qual’era l’angoscia, sapevo della circolarità dei sintomi (formicolii, pianto, respirazione affannosa, battito accellerato sono una spirale viziosa) e un giorno ho deciso di fregarlo sul tempo, provocandomelo.
Sono oramai 5 anni che non soffro più di attacchi di panico, da quel fatidico giorno in cui ho preso il toro per le corna.
Se riuscite ad autoprovocarvelo, il controllo è assicurato. O almeno, con me ha funzionato! Queste cose mi paiono scritte da chi attacchi di panico li ha solo visti, e come metodi mi sembrano un pò leggerini…
Ciao Bel,
Ti ringrazio innanzitutto della tua testimonianza ed esperienza! Credo che l’autoprovocazine sia un metodo eccezionale per trovare una soluzione poiché implica il coraggio e quando si ha coraggio, spesso si ha va verso la soluzione, è un processo ciclico stroardinario! Un mio caro amico sveniva alla vista del sangue, finché un giorno si provocò un taglio per sfidare la sua reazione. Il risultato fu il superamento della paura e degli svenimenti! Grande prova di forza e coraggio aver sfidato le proprie avversità!
A presto,
Pierluigi D’Alessio
Ciao Bel mi chiamo marino ho 38 anni e circa 14 anni fa ho avuto i miei primi attacchi di panico, non ti racconto i trascorsi ma puoi ben capire la trafila , ipnosi, psicoterapia, reflessologa, fiori, ect ect , ma nulla di fatto. Alla fine circa 6 anni fa ho risolto il problema con delle pastiglie Entact, i primi 10 giorni sono stati devastanti poi ho ricominciato a vivere, dopo qualche mese ho abbassato il dosaggio fino al l’esclusione , fin qui tutto Okey se non fosse che 2 anni fa sul traghetto che mi riportava a casa ho iniziato ad avvertire la solita sensazione, allora ho seguito l’iter delle pastiglie e tutto è’ tornato come prima, 3 giorni fa’ la solita sorpresina inaspettata… Proprio mentre prendevo un aereo per lavoro, non mi dilungo sull esito di quel volo, potrai ben capire il mio stato d’animo anche perché da li a qualche ora sarei dovuto risalire sull aereo di ritorno, la soluzione per me’ stato pronto soccorso del aereoporto con 20 goccie di Xanax … Oggi leggendo il tuo post mi domando cosa intendi per ‘provocandolo’ mi piacerebbe provare il metodo che ti ha portato alla tua soluzione ma onestamente non percepisco il metodo . Puoi gentilmente darmi qualche delucidazione? Grazie Marino
Ciao Marino,
Confidiamo nella pronta risposta di Bel sulla tecnica dell’autoprovocazione.
A presto,
Pierluigi D’Alessio
L’autoprovocazione consiste nel rendersi osservatori partecipi e senzienti di ciò che accade mentre si è colti da un attacco di panico. A differenza di una situazione normale in cui il panico coglie impreparati, autoprovocarsi il panico significa aiutare i sintomi a sopraggiungere ai primi sentori di arrivo di un attacco con ‘pensieri stimolanti’. La cosa sconvolgente di cui si farà esperienza sarà l’osservazione della componente mentale ed emotiva che dovremmo far entrare in gioco per provocare il panico. Suggestione, paura, ossessione, fobia, pensieri negativi, ognuno di questi elementi sarà utilizzato per alterare il nostro stato cognitivo e mentale. Il gioco funzionerà e veramente avremmo il risultato di attivare un attacco di panico non più senza saperne la causa ma avendo ben presente il meccanismo da cui comincia. Le mani cominceranno a sudare, le braccia, le gambe e il viso saranno percorsi da formicolii, il respiro si farà più veloce, quasi affannoso, il cuore comincerà a rullare forte nel petto e nella gola un nodo stretto ci farà credere di non riuscire più a respirare, e sarà forte ma bello perchè saremo stati noi stessi ad indurre questa condizione e sapremo anche come rimuovere facilmente le cause.
La forzatura emotiva esercitata sarà così fortemente indotta che risulterà semplice ripristinare l’ordine con ‘pensieri razionali’ poichè avendo appena percorso il precipizio (controllato dai ‘pensieri stimolanti’) sarà facile ritrovare la strada di ritorno.
La cosa principale di cui si farà esperienza è che alla base di questi sintomi fisici ci sarà l’esasperazione di alcuni elementi mentali (paura, ansia, angoscia) e non una vasta ed eterogenea gamma di possibili malattie che richiedono un pronto intervento medico. Stati mentali coscientemente indotti che ci fanno riagganciare ad una parte di noi silenziosa o incosciamente rimossa.
A pensarci bene, quale miglior modo per non avere paura se non rimuovere la sensazione stessa di paura? Ma eliminare la sensazione non significa eliminare la paura in presenza della quale fiumi di adrenalina continueranno a scorrere nel sistema nervoso simpatico e così la pressione sanguigna aumenterà, i bronchi si dilateranno, la frequenza cardiaca accelererà e così via dicendo….
E’ un esperimento incredibile mi è capitato gioni fa per caso nel bosco manipolando delle paure piuttosto infantili che potevo gestire con molta facilità ed è stato veramente curioso trovare questo BEL accennare alla stessa esperienza che si sta rivelando fondamentale per me nel gestire queste crisi, tanto che spero possa essere d’aiuto anche a qualcuno altro che ne soffre.
Quindi…
Se il panico ti attacca, attacca tu il panico!
Arrivederci!
Ottimo contributo Anonimo!
Grazie!
Pierluigi D’Alessio
Salve, mi chiamo Silvia ed ho sofferto, come molte delle persone che le scrivono, di attacchi di panico, tanto che quando ne sono finalmente uscita, ho voluto gridarlo al mondo intero, scrivendo un libro autobiografico sull’argomento
Trovo che il suo articolo sia ben scritto ma molto generico, come il punto di vista di medici/psicologi che hanno a che fare con il “problema” … ma in qualità di esterni. Le regole ed i consigli forniti sono buoni, ma riguardano piuttosto un corretto stile di vita e di salute.
A mio parere, l’unico modo per uscirne è comprendere l’utilità del proprio sintomo, una volta fatto questo arrivano l’accettazione e la volontà di cambiare…L’individuo che soffre di crisi di panico è in una posizione di stallo, non si riconosce piú in quello che era e soprattutto non sa quello che diverrà. Su questo occorre lavorare, evitando i farmaci, non le bevande ricche di caffeina.
Cordialmente Silvia
Cara Silvia,
Sono certo che la tua esperienza sia decisamente più autorevole di chi non ha vissuto questi momenti. Anzi, contattami su info@crescita-personale.org se ti interessa scrivere un post approfondito sul mio blog, sarebbe un bel regalo ai lettori del sito di crescita-personale.org!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Ciao ragazzi io ne soffro da un anno e mezzo a questa parte o avuto un periodo tranquillo l anno scorso ma poi a gennaio 2018 era preso dalla mia nuova avventura di lavoro quando o iniziato ad avvertire il senso di svenire come quando ti si abbassa la pressione per stare piu tranquillo uso xnax da 0,25 però voglio tornare a fare cio che amo fare come per esempio guidare macinare km in macchina andando fuori porta dove sono a qualche mese che appena ci penso anche solo per andare da una parte di 20km inizio ad inervosirmi ed aggitare se qualcuno mi sa aiutare sono disperato… xke sembra come se fossi un disabile anche pera fare una passeggiata a piedi con la mia ragazza e diventato un trauma per paura di svenire
Ciao Emanuele,
Cosa hai provato sino ad ora per vincere gli attacchi di panico? Cosa stai imponendo alla tua mente che si “sforza” di fare qualcosa e si manifesta con il malessere corporeo?
A presto!
Pierluigi D’Alessio