“Nella vita devi fare dei compromessi” – quante volte ci siamo sentiti dire questo consiglio o magari noi stessi lo abbiamo dato agli altri?

Molto spesso però questa espressione implica qualcosa che “lascia un amaro in bocca”, a volte indica qualcosa che lede la dignità o l’integrità.

Oppure “Il matrimonio si basa sul compromesso”. Ed ecco che poi segue lo stereotipo “Il matrimonio è la tomba dell’amore”.

E che dire del commento: “Quella è una persona che vive di compromessi”? È il sinonimo del vivere di espedienti non sempre o non in tutto onesti, insomma alla meno peggio. Non proprio ispirante come modello.

C’è chi dice che i compromessi sono importanti per essere felici, e chi dice che i compromessi portano all’infelicità.

C’è chi ritiene che dove c’è vita ci sono i compromessi e che l’assenza di compromessi non è integrità ma fanatismo.

Ma che cosa in realtà vuol dire fare un compromesso?

La parola proviene dal latino Compromissus (cum=insieme, promissus=promesso), che potrebbe essere tradotto come “obbligato insieme” o “fare una promessa reciproca”.

Fa intendere quello che anticamente significava l’onore della promessa condivisa, concordare, stabilire un progetto comune, trovare una soluzione fra forze contrastanti. Quindi, un intento nobile.

Nell’ambito di diritto si rispecchia nel concetto del contratto preparatorio che precede il rogito o il matrimonio oppure atto con il quale le parti nominano uno o più arbitri per decidere in modo inappellabile sulla loro controversia.

Ma come siamo arrivati ad un connotato prevalentemente negativo, che indica la messa a repentaglio, un danneggiamento irrimediabile, lo screditamento? Basti pensare alla larga diffusione di espressioni come “la salute compromessa, la reputazione compromessa, la coscienza compromessa, la qualità compromessa”.

Compromettere qualcuno o compromettere qualcosa ha il chiaro significato di lesione.

E cosa ne pensiamo di una persona pronta a ogni compromesso? Probabilmente la associamo più alla mediocrità che al virtuosismo. Tanto che, specialmente nei social (la vetrina del socialmente desiderabile), a volte leggiamo le dichiarazioni del tipo “Io non scendo mai a compromessi”.

Ovviamente, sapendo che tra dire e fare…c’è di mezzo il mare, è da prendere con le pinze le dichiarazioni così ambiziose e sarebbe interessante esaminare l’aderenza reale nella vita in ogni suo aspetto.

La maggior parte di noi ha il proprio “tallone d’Achille” dove fa i compromessi, anche se può essere poco visibile all’esterno.

Interessante osservare i sinonimi della parola “compromesso”: adattamento, accordi, accomodamento, ripiego, contratto, danneggiato, intaccato, rovinato, immischiato, cedimento, miscuglio, fusione, invalidato.

Mentre tra i contrari troviamo i significati: intatto, salvo, estraneo.

Diciamo che il concetto non ha una buona reputazione, nonostante abbia i suoi sostenitori.

Ecco qualche aforisma che rispecchia i “due lati della medaglia” del compromesso:

                “Il compromesso non è altro che il sacrificio di una cosa buona o giusta fatto nella speranza di conservarne un’altra; tuttavia, troppo  spesso si finisce per perderle entrambe.” (Tryon Edwards) oppure “Un compromesso è perfetto quando tutti sono scontenti.” (Aristide Briand)

                “Se tiri troppo la corda di una chitarra la romperai, ma se la lasci troppo allentata non suonerà. Imparare è cambiare. La strada dell’Illuminazione sta nella via di mezzo. È la linea che sta tra tutti gli opposti estremi.” (Buddha) oppure “Una buona conversazione è un compromesso tra parlare e ascoltare.” (Ernst Junger)

Compromesso come strategia di coping

Il compromesso è in alcune persone la strategia abituale o anche preferita per gestire o evitare i conflitti (con sé stessi, con gli altri).

In campo esistenziale in realtà può portare a una sconfitta. Se noi sentiamo di non avere la forza necessaria per realizzare un obiettivo, possiamo ripiegare e cedere a qualcosa di inferiore per avere in cambio almeno qualcosa.

Ma lo scarso risultato ottenuto a volte è la conseguenza di una posizione troppo arrendevole e può derivare da una scarsa fiducia in sé stessi (e il compromesso in sé di rimando ci fa avere sempre meno fiducia in sé stessi).

Magari se avessimo cambiato l’atteggiamento, il modo di pensare, la strategia per raggiungere l’obiettivo e il livello di impegno, avremmo ottenuto l’obiettivo e lo sforzo di ottenerlo avrebbe accresciuto la soddisfazione, la fiducia in sé e la forza interiore, oltre ad aggiungere qualche nuova competenza acquisita mentre eravamo impegnati a raggiungere l’obiettivo.

Il problema si fa pressante quando giungiamo al compromesso esistenziale, cioè accettiamo uno stato emotivo molto inferiore a quello che avremmo potuto avere con un’altra scelta. Molti nostri “devo” (fare questo o quello) sono dei piccoli o grandi compromessi esistenziali.

Se utilizziamo uno dei suoi sinonimi, venire a patti, è importante sottolineare la differenza tra saper mediare e scendere a patti (o scendere a compromessi).

In sostanza, la qualità di un compromesso, la sua sfumatura emotiva dipende molto da quanto la nostra scelta sia stata consapevole.

Compromesso costruttivo e distruttivo: qual è il tuo preferito?

Anche se ha molti lati estremamente critici, il compromesso ha le sue virtù, e sarebbe importante distinguere tra il compromesso costruttivo e il compromesso distruttivo.

1. Possiamo considerare un compromesso costruttivo quando un accordo raggiunto apporta un miglioramento per le parti coinvolte senza causare un danno ad uno degli elementi (vale anche quando si tratta delle varie parti di noi nella nostra interiorità o delle varie parti della nostra vita).

2. Un compromesso è distruttivo quando comporta la rinuncia a qualcosa di sé significativo, a un aspetto del proprio carattere, a dei valori fondamentali, a un sogno, per evitare un conflitto o la disapprovazione dell’altro, causando danno ad uno degli elementi e a lungo andare un peggioramento per le parti coinvolte.

Insomma, il tema è abbastanza complesso, tanto da riprendere le riflessioni in un altro articolo.

Intanto, dopo aver letto queste righe, che riflessione ti ha scaturito? Che rapporto hai con i compromessi? Che tipo di compromessi fai? Condividilo nei commenti!