scoraggiarsiSia nella vita quotidiana che nel percorso di crescita personale, di solito dopo un periodo di entusiasmo per qualcosa che abbiamo intrapreso, prima o poi capita: arriva il momento in cui ci scoraggiamo.

Diversi sono i termini che usiamo: essere giù di corda, demoralizzarsi, abbattersi, voler buttare la spugna, dissuadersi, deprimersi, avvilirsi, perdere l’interesse, frenarsi, ammosciarsi, stancarsi, perdersi d’animo… La tentazione è quella di lasciar perdere. E a dir la verità, lasciar perdere è quello che molto spesso accade. Tanto che lo scoraggiamento è spesso utilizzato come giustificazione per non esserci riusciti in qualcosa. Ai giorni d’oggi, la categoria “scoraggiati” è perfino una di quelle che preoccupa le statistiche sulle rilevazioni della disoccupazione nel mercato del lavoro.

L’Istat li definisce come “inattivi (le persone non occupate né in cerca di occupazione), che alla domanda sul motivo principale per non aver cercato un lavoro nelle ultime 4 settimane, rispondono di ritenere di non riuscire a trovarlo”.

Viene subito da riflettere sull’importanza di ciò che pensiamo sulla possibilità o meno di riuscirci in una determinata cosa. In sostanza, scoraggiarsi indica il contrario del coraggio: smettere di sostenere o proseguire qualcosa che si sta facendo.

Non trascuriamo il fatto che la parola coraggio proviene dalla parola cuore (letteralmente significa “avere il cuore”).

Raggiungere un obiettivo, specialmente se si tratta di effettuare un cambiamento nella nostra vita, richiede impegno ed energia.

Ogni cosa nella vita richiede l’impegno ed energia.

Proviamo ad osservare le persone a cui sembra “andare tutto facilmente”: se siamo onesti, ammetteremo che le difficoltà ne hanno anche loro e che ci mettono molto impegno per superarle. Ovvero, tengono a cuore quello che fanno. Ritengono senza dubbio di riuscirci. Credono che sia possibile, nonostante la riuscita non sia ancora visibile. Lo illustra bene il celebre aneddoto riguardante lo scienziato Thomas Edison, che continuava la ricerca dopo mille tentativi falliti di inventare la lampadina – chiamandoli mille modi per non inventare la lampadina.

Ovvero, l’insuccesso visto come la preparazione al successo. Ogni percorso ha una sua stagionalità. Se si dovesse comparare alle stagioni, l’entusiasmo nell’intraprendere corrisponderebbe alla primavera, e lo scoraggiamento all’inverno. Ma è nell’inverno che si prepara il terreno e germogliano i semi che sbocceranno in primavera. È nel riposo che si accumula l’energia per ripartire. Scoraggiamento è una fase naturale in un percorso; è una specie di pausa di riflessione. Scoraggiamento ci costringe a soffermarci e riflettere su quello che stiamo facendo. A farci le domande. “Davvero voglio quello che sto facendo?” (e qui c’entra il cuore, eccome!). È semplicemente l’occasione in cui si chiede di confermare o smentire le nostre scelte (sentendo cosa ci dice il nostro cuore). I momenti di scoraggiamento sono quelli che contribuiscono a costruire i lati del nostro carattere indispensabili per la riuscita: la costanza, la fiducia, la coerenza, la perseveranza, la tenacia, la stabilità, la resistenza, la solidità.

Per cui, smettiamo di giustificarci, dicendo “Quello là è fortunato perché è un tipo tenace (e io non lo sono, per cui non posso riuscirci come ci riesce lui)”. Diciamo le cose come stanno: “Quello là è tenace perché non ha contato solo sulla fortuna. Ha avuto, e ha tuttora, i momenti di scoraggiamento esattamente come me”.

Lo scoraggiamento può avere due esiti:

1. Farci smettere di fare qualcosa che in realtà non vogliamo fare/raggiungere – che il nostro cuore non vuole. Basta ammetterselo onestamente. Smettere di fare qualcosa che abbiamo capito di non volere realmente non è l’insuccesso, il contrario: è un successo capire cosa vogliamo davvero!

2. Farci confermare che realmente vogliamo qualcosa – che vogliamo davvero dal cuore, e allora ci in-coraggiamo. Continuare a riprovarci dopo una fase di dubbio è un successo. E tu? Utilizzi i momenti di scoraggiamento per chiarirti le idee su cosa vuoi davvero? Quando ti s-coraggi, in che modo ti in-coraggi? In che modo puoi utilizzare il Coaching ad esempio?

Dimmelo nei commenti!