Prima di annunciare alla tua famiglia e al tuo mondo circostante che sei omosessuale, devi essere consapevole che questo potrebbe essere uno shock per loro, perché, come tutte le famiglie del mondo di estrazione cattolica, hanno immaginato e progettato la tua storia di vita. Se ognuno di noi, smettesse di nutrire le proprie aspettative sui figli si vivrebbe decisamente più felici!
E’ probabile che la prima reazione dei tuoi genitori sia negativa.
Cerca di essere paziente e preparati a gestire i vari stati d’animo, le loro reazioni passeranno attraverso la negazione e il conflitto offensivo, per arrivare probabilmente in una fase successiva all’accettazione.
Ecco dei passi fondamentali che ritengo necessari per dichiarare alla tua famiglia e al mondo circostante della tua omosessualità:
La preparazione iniziale.
Tutte le famiglie, sono diverse e per fortuna, dunque, non esiste una formula segreta per dire ai tuoi genitori e ai tuoi amici che sei 0mosessuale.
Comunque, ci saranno delle comuni reazione di sorpresa e stupore. Ognuno di loro potrebbero aver avuto dei sospetti circa il tuo orientamento sessuale da anni, ma averlo sentito direttamente potrebbe essere una vera e propria doccia fredda.
Bisogna essere consapevoli che non è un caso eccezionale, i tuoi genitori passeranno attraverso una fase di accettazione in cui potrebbero sentirsi tristi, delusi e arrabbiati. Potrebbero utilizzare delle parole offensive senza essere veramente consapevoli: essere paziente è il tuo “must”, alla fine impareranno ad accettarlo, non hanno scelte.
L’ascolto: la fiducia e la famiglia.
Se ti senti sicuro di te stesso, libero di accettare la tua identità omosessuale e senti che è il momento di poterlo dire al mondo intero: vai avanti.
Ora è arrivato il tempo per rispondere ad un’altra domanda, lo comunichi ad entrambi i tuoi genitori oppure ad uno alla volta? Puoi sentire più affinità per tua madre, o viceversa, o dirigerti verso uno dei due che hai fatto osservazioni meno discriminanti e ti sembra più aperto di mente. Il mio amico Franco ha scelto il genitore che apparentemente ha dimostrato in passato maggiore disponibilità e gli ha trasmesso maggiore agio.
Alla ricerca del momento giusto.
Scegli il momento perfetto, tutte le famiglie hanno il momento giusto per parlare di cose personali, cerca di creare la stessa situazione e approfittane, è fondamentale comprendere quando è arrivato il momento opportuno. Non farlo mentre si mangia che rimarebbe un pasto “pesante” da digerire, ok?
Prova a promuovere il momento con onestà e amore, dicendo proprio che hai voglia di essere onesto con la tua famiglia perché sono le persone più care che hai, queste possono essere delle ottime ragioni per dichiarare l’omosessualità. Se non sai cosa dire, potresti anche dire “papà, mamma , io sono lesbica/gay e vorrei discuterne con voi perché vi amo”.
Ci sono innumerevoli modi per annunciare il tuo orientamento sessuale e tutti sono adatti, alcuni potrebbero optare per un “papà, mamma, voglio dire una cosa che non ho mai detto per paura del rifiuto…” o “lo so da 10 anni, ma io sono gay e ho detto di no perché avevo paura di farti del male”. Puoi avere innumerevoli modi per dire che sei omosessuale, scegli quello che meglio identifica i tuoi sentimenti. Non devi aver paura, abbandona questa credenza limitante, immagina a come ti sentirai dopo aver parlato, percepisci la tua sensazione di coerenza e forza!
Aspettati una reazione.
I tuoi genitori possono reagire contestando qualche frase o farti una domanda dolorosa come ad esempio: “come puoi essere così sicuro alla tua età?” oppure “Ma sei mai stato con una donna?” oppure “tutti abbiamo attraversato una fase in cui ci chiediamo ciò che ci piace, sei confuso..” oppure “vediamo di andare da uno psicologo ok?”.
Si noti che l’omofobia (odio e il pregiudizio contro gli omosessuali) si basa sull’ignoranza e scompare, solo quando le persone cariche di pregiudizio acquisiscono informazioni. Cerca di mantenere un atteggiamento positivo e armati di pazienza nei giorni difficili.
Promuovi l’abbattimento del pregiudizio.
Reperisci un libro di qualità, film o documentario che possa dimostrare ai tuoi genitori di accettare il tuo orientamento sessuale.
Conclusione.
Tutta la tua motivazione nel dichiarare il tuo orientamento sessuale, è dentro di te! Sei un individuo con la propria personalità e la tua famiglia, con il proprio modo di essere. L’omosessualità è parte di te e parte del modo di fargli sapere ad altre persone, come sei e cosa desideri, non stai facendo nulla di sbagliato e non c’è nulla per cui devi vergognarti, ok?
E tu, cosa stai aspettando per poter dichiarare la tua omosessualità? E se non sei omosessuale ma genitore, che posizione avresti nel sapere che tuo figlio o tua figlia si dichiarassero omosessuali? Dimmelo nei commenti.
oggi è diverso..essere eterosessuali, avere rispetto della Famiglia, dei Figli, della società. Oggi si è tutti presi dalla soddisfazione dell’Ego. che bello vedere la gioia sui volti di uomini barbuti che si fanno le coccole. Spettacolo dolcissimo. Da ex moglie di un sessantenne “irreprensibile” dopo 40 anni di convivenza marito educato, gentile, mai una parola fuori posto, diplomatico, amabile, cosa dovrei dire? Sono felice che sei gay? Sono felice che hai ingannato? E questo perchè finalmente il suo sè si è mostrato? Ma per favore, ricordarsi di essere “persone” prima di avere un sesso.
Cara Elena,
Comprendo il tuo rammarico ma le domande che ti pongo sono: Cosa avresti voluto che tuo marito rinnegasse il tuo essere? Saresti stata felice in questo modo?
Non credi che sia andata così come doveva andare? Come hai superato questa delusione se l’hai provata?
A presto,
Pierluigi D’Alessio
Vuoi sapere come doveva andare? Che per onestà intellettuale lo dicesse prima alla moglie, poi ai figli, che sistemasse tutte le pendenze. Questo e poi via x saune gay che lo rendono finalmente soddisfatto di se stesso. E che smettesse di vendicarsi di sua moglie chiudendo la separazione evitando di consumare ancora denaro oltre quello che ha sottratto dal fondo in comune. rammarico? ma per favore cosa vuoi che sia, bisogna soddisfare la propria essenza prima di rispettare gli altri. Vedi rispondi mi tu: cosa diresti di una donna che x inseguire il suo io lasciasse in malora la famiglia? :-)) AUGURI PS come ho superato? considerandolo un poveretto degno di grande pietà
Cara Elena,
Dalla tue parole noto comunque del rancore. Non so se per i soldi, per il modo in cui ti ha abbandonato, per la codardaggine di tuo marito. Ma questo rancore come lo puo superare secondo te? Considerando tuo marito un poveretto ti è sufficiente per “lasciare andare” il rancore o ti manca ancora qualcosa?
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Rancore? Non è ovvio? Le anime belle cosa dicono? Io l’ho lasciato andare, ma non basta, la società non prevede un “ripudiarsi dicendolo 3 volte”, allora continua ancora a gestire la mia vita facendosi trasportare dagli eventi e aspettando il destino che deciderà il Giudice. Le persone così che si definiscono deboli, in realtà gestiscono con la loro inerzia, la vita degli altri. Quello che mi stupisce davvero è l’insensibilità del “mondo”. T stupisci del rancore? Forse quello che più mi ha ferito è la codardaggine e la rabbia che rivolgo a me per averlo protetto, accudito, sostenuto per 40 anni. Il legame finirà quando finalmente non ci sarà più nulla che mi riporta a lui. E purtroppo per quanto sia scomparso dalla mia esistenza torna come un pasto indigesto ogni volta che c’è un richiamo del giudice. Per il Perdono, che servirà solo a me, ci vuole un pò di tempo. In fondo 40 anni sono crollati solo da un anno :-)) Grazie per la tua disponibilità
Cara Elena,
Se credi che sei nella strada giusta verso il tuo superamento del risentimento continua così. Prima o poi tornerai alla tua giusta serenità. In questo percorso non stare da sola ma fai “squadra” con qualcuno che ti è vicino. I tuoi figli ad esempio?
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Grazie del tuo supporto, ma purtroppo come succede nella malattia, si è facilmente ottimisti quando tocca agli altri. Fare squadra? I miei figli hanno preferito far finta che il problema non li tocca, non ne parlano e del resto sono distanti. Spesso mi chiedo come si sarebbero comportati se fosse stata la madre in cerca della sua identità a fare ciò che ha fatto il padre e intendo magari scegliere carriera o altra vita escludendo la famiglia. Credo la società non sarebbe stata così permissiva. Certo anche sulle loro spalle c’è questo peso e credo gli sia cmq difficile scrollarselo. Purtroppo l’unico maschio in famiglia sono stata io 🙂 Che fa un coach come te in questi casi?
Saluti
E
Carea Elena,
Un coach cerca di comprendere veramente quale sia il tuo obiettivo emotivo e sostenere le persone nel cambiamento. Ma tutto ciò deve essere voluto dal cliente altrimenti i tuoi auto sabotaggi vanificherebbero ogni sforzo! Quale è il tuo obiettivo in questo contesto?
A presto,
Pierluigi D’Alessio
🙂 ciao grazie del tempo che mi dedichi. Mi chiedi il mio obiettivo? Che si
concluda la separazione, che dia quanto deve e restituisca ciò che ha portato
via. Semplice?
Ma i tempi della giustizia prevedono che chi non si è comportato bene (
eufemismo) giochi sull’attesa infinita di una pena che nn è certo che arrivi.
E qui siamo nel campo razionale, nel profondo sogno che muoia nel suo letto (
è cardiopatico) così da metterci su una bella lapide.
Per ciò che penso della mia vita pregressa, ero un’altra persona, triste,
scialba e insoddisfatta. Paradossalmente ora sono luminosa, soddisfatta e
contenta.
Incredibile no? Salvo tornare agli incubi nn paurosi ma fastidiosi quando le
scadenze si rimandano.
Grazie ancora
Elena