La malattia contagiosa è sicuramente stato negli ultimi tempi l’argomento che ha occupato l’attenzione di tutti. Il motivo è ovvio: per paura di perdere la propria salute di fronte alla minaccia che possa essere aggredita.
E questo è comprensibile. Fa parte del naturale istinto di conservazione. Ma, a differenza degli animali che di solito assecondano in maniera impeccabile quel istinto e mettono in atto i comportamenti più funzionali, qualche volta a noi esseri umani capita di non fare altrettanto, a causa della nostra mente che interferisce, per di più attraverso le parole.
Chi si occupa di crescita personale sa che le parole guidano la nostra attenzione e la indirizzano verso la creazione delle intenzioni.
Le intenzioni sono quel che organizza le nostre risorse e fanno sì che vengano impiegate in un modo piuttosto che in un altro. Se sbagliamo le parole su cui ci focalizziamo, sbagliamo la direzione. Sono le parole a determinare decisivamente, sia se le pronunciamo che se le pensiamo.
Così, se ad esempio vogliamo la pace ma utilizziamo le parole “contro la guerra”, anche se apparentemente sembra dire la stessa cosa, la nostra intenzione viene “ingannata” e portata verso la direzione opposta da quella a cui realmente aspiriamo, ovvero verso la parola “guerra”. Questo è facilmente verificabile ascoltando che risonanza ha in noi pronunciare ad alta voce queste due frasi: cerchiamo di percepire come ci sentiamo pronunciando “Sono per la pace” piuttosto che “Sono contro la guerra”.
La prima frase induce una sensazione di calma, mentre la seconda ci produce l’insofferenza.
Come insegnava Masaru Emoto con i suoi studi sulle molecole dell’acqua, le parole portano in sé la vibrazione e l’intenzione, ed è fondamentale scegliere quali usare – come del resto insegnano i detti popolari che condensano la saggezza delle osservazioni svolte nel lungo periodo di tempo.
Ogni parola è davvero una pietra lanciata che può fare i danni oppure costituire la strada per trovare l’uscita da una difficoltà.
La stessa cosa vale per tutti gli altri argomenti. Possiamo scegliere le parole a cui dare attenzione o quali usare per aiutare le nostre risorse, anche quelle inconsce, a organizzarsi nella direzione che davvero vogliamo.
Vi siete mai chiesti come mai alcune persone con poco sforzo ottengono efficacemente proprio quello che vogliono e sembrano essere più fortunate delle altre? Scelgono attentamente parole a cui dare forza.
Semplicemente sanno come formulare l’intenzione, o se vogliamo dirlo nel linguaggio più “pratico”, l’obiettivo.
In questo senso è molto più funzionale orientarci a parlare della salute invece che della malattia. Se le malattie sono contagiose, lo è anche la salute. Chi di noi non si è sentito contagiato da malumore o da buon umore?
Come possiamo favorire il contagio salutare?
Oltre a usare le normali pratiche igieniche che abbiamo imparato da bambini, proviamo a riflettere su alcune parole potenzianti che molti di noi non hanno imparato per varie ragioni e su comportamenti altrettanto potenzianti, che magari sottovalutiamo:
1. Pronunciare tra sé e sé la frase “Io sono al sicuro” ogni volta che siamo assaliti dalla paura di essere aggrediti da un agente patogeno produce un effetto immediato di orientare le risorse del nostro organismo a proteggere i confini del corpo. Pronunciare queste parole ci fa sentire in questo modo, almeno in quel momento, e sentirci al sicuro produce nel nostro corpo attraverso i messaggeri chimici una serie di cambiamenti fisiologici funzionali a garantire la protezione adeguata.
2. Affermare “Il mio sistema immunitario mi protegge bene” favorisce il suo corretto funzionamento: è un sistema molto complesso, una sorta di “programma” già installato nel corpo alla nascita che regola efficacemente la sua protezione in cui la psiche gioca il ruolo importante. La psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI), la scienza che studia le interazioni tra i sistemi nervoso centrale, endocrino e immunitario, ne offre numerose conferme a riguardo. I nostri pensieri possono ricevere e produrre segnali dal significato biologico, e lo stato psicoemotivo ed affettivo dell’individuo influenza o modifica il decorso di un evento patologico.
3. Esporsi al sole favorisce il corretto funzionamento del sistema immunitario, oltre a produrre il buonumore (che a sua volta stimola il funzionamento corretto del sistema immunitario).
4. Evitare la compagnia delle persone con le quali non ci sentiamo bene: va da sé che per questo sia necessario ascoltarci, la cosa che non sempre facciamo. Se sapessimo che la compagnia delle persone non in risonanza con il nostro modo d’essere possa nuocere alla nostra salute concretamente, continueremo a dedicargli le nostre energie?
5. Evitare l’esposizione alle notizie allarmanti, alle parole che suscitano le emozioni negative: questo è molto difficile da controllare perché le sostanze chimiche rilasciate nel nostro corpo durante l’esposizione alle emozioni negative tendono in breve tempo a stabilire un vero e proprio circuito di dipendenza che ci fa pensare di non poterne fare a meno e la mente lo interpreta con giustificazioni logiche del tipo “Mi devo aggiornare, devo sapere cosa succede”. Attraverso i neuroni specchio però il nostro cervello lo vive come se succedesse direttamente a noi. È fondamentale la dieta dalle notizie e parole allarmanti. Il digiuno ancora meglio.
6. Favorire la compagnia delle persone con le quali ci sentiamo bene: se questo non è possibile in forma di presenza fisica di persone concrete, si può fare benissimo attraverso la lettura non solo di libri ma anche di semplici frasi ispiranti o ascolto dei video di coloro che suscitano in noi positività. Anche qui va da sé che sia necessario ascoltarsi per rendersi conto di cosa si prova. Il silenzio è sufficiente per creare lo spazio dell’ascolto di sé, ma alcune persone hanno bisogno di un aiuto tramite i corsi all’interno dei quali impararlo o il lavoro con una persona che le possa aiutare in questo processo.
7. Coltivare fiducia: in sé stessi, nel prossimo e nella vita. È un lavoro a tempo pieno, visto che ciascuno di noi fin dall’infanzia ha avuto un rapporto diverso con la fiducia di cui tutt’oggi ne porta le tracce, e che la vita mette alla prova continuamente la nostra fiducia. Ma si può benissimo fare dei progressi, sia attraverso i corsi, letture e percorsi individuali, che coltivando i rapporti umani quotidiani.
8. Coltivare la gratitudine e praticare il perdono (sia nei confronti degli altri che nei confronti di sé stessi): a molti questo può sembrare poco sensato, ma esistono numerose ricerche scientifiche che confermano la stretta connessione di queste pratiche, tra l’altro molto semplici, con gli effetti positivi concreti sulla salute.
9. Coltivare l’amore: non limitiamo la parola amore soltanto ai contesti di relazioni romantiche. L’amore per sé stessi è la prima sfida per tutti noi, ed il passo più importante nel coltivare l’amore verso tutto il resto, le persone che ci circondano, quelle che non abbiamo mai incontrato, il mondo in generale, gli animali che ci fanno compagnia, la natura, la bellezza, l’arte, concetti astratti (come per esempio libertà, verità, umanità intera…).
Qualsiasi cosa può essere oggetto dell’amore e di rimando suscitare in noi l’amore per sé stessi, sempre attraverso il principio di neuroni specchio. L’amore è contagioso.
E tu, hai qualche altra tecnica tutta tua per contagiarti di salute? Condividila con noi nei commenti!