Quando parliamo di consapevolezza intendiamo la percezione e la reazione cognitiva di un animale (e quindi anche di un uomo) al verificarsi di una certa condizione o evento (Wikipedia). La prima cosa che bisogna raggiungere quando si agisce su un cambiamento è la consapevolezza. Consepevolezza di sé stessi, della propria vita, delle proprie azioni.
Il primo passo nella consapevolezza è quello di prestare attenzione al tuo corpo, ogni movimento, gesto, ed azione. Qunado si è coscienti il miracolo inizia, il tuo corpo è più rilassato c’è serenità. Quando dico che si dovrebbe prestare attenzione non significa ragione per capire il perché di ogni movimento del tuo corpo, ma semplicemente osservare, non cercare di capire.
Il secondo passo è quello di diventare consapevole dei tuoi pensieri, senza giudicare, capire quando si sta pensando negativamente quando si pensa positivo accogliendo i tuoi pensieri. Basta guardarli.
Il terzo passo è quello di diventare consapevole delle tue emozioni e stati d’animo, anche senza giudizio, osservare le tue emozioni, guardarle, notarle e imparare da esse. Quando si è consapevoli delle tue emozioni senza giudicarle, che puoi sentirle davvero, come mai provate senza fastidio, senza la schiavitù dei tuoi sentimenti, pensieri. Quando diventi un osservatore del tuo corpo-mente e cuore, puoi soltanto accettare e lasciare andare.
Il quarto passo previsto, è un salto di qualità, non fare, lasciare semplicemente cha tutto ciò accada. Sperimentiamo la consapevolezza come uno spazio dentro di noi e poi cominciamo a sperimentare noi stessi all’esterno. Infine ci renderemo conto che siamo completamente consapevoli, non c’è dualità, non esiste incoerenza, tutto è uno, la consapevolezza è l’essenza di tutto ciò che esiste.
Hai raggiunto la tua consapevolezza? Non pedere l’occasione, non fare come Jim Carrey e Jeff Daniels in “Scemo e più scemo”. Se non conosci il film ti lascio alla visione della scena, dopo però lasciamo un commento.
ahahhahahahahhahahahah, scusate ma per fortuna non ho visto questo film, nè credo che lo vedrò, perchè temo che i due ragazzi, più che non avere consapevolezza, avessero letteralmente paura di cogliere l’attimo, almeno così mi è parso dalla scena e il titolo non poteva essere più adatto. In tutta sincerità, fra mille difetti che posso avere, a meno che non sia particolarmente distratta o sovrappensiero, io sono letteralmente allenata a guardarmi dentro, è una cosa che ho fatto per parecchi anni e continuo a farla, e sono anche un’ottima osservatrice, di quello che mi accade attorno e soprattutto su quello che è il comportamento delle persone, anche solo osservando. Vedo invece, come mio marito, sia esattamente il mio opposto; quando c’è qualcosa che preferisce non accettare e non vedere perchè non gli fa comodo, lo negherà anche fino alla morte, ma non aprirà mai gli occhi e devo dire che convivere con la sua totale cecità , vedendo come nuoce al nostro rapporto, non mi fa affatto piacere, ma purtroppo c’è chi nasce quadrato e chi nasce rotondo e temo che davvero in certi casi non si possa proprio cambiare
Ciao Claudia,
Ma sei proprio convinta che tuo marito in ogni caso sia come appare ai tuoi occhi? Non potrebbe essere il suo “schema mentale” nei tuoi confronti che lo porta ad adottare questa apparenza? Non hai mai conosciuto persone che prima erano tonde e poi sono diventate quadrate?
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Molte volte è la paura di non essere all’altezza che fa propendere per una “ritirata”.
In effetti credo che nella vita ogni giorno è una sfida, per così dire, verso noi stessi, le persone più vicine ( parenti, amici, colleghi, conoscenti) ma sta a noi operare quelle scelte che sono più confacienti con il nostro modo si essere, lasciando la piena libertà degli eventi ma senza esserne stravolti.
Ciao Ada,
Pensa come potremmo essere se ogni volta riuscissimo ad essere la parte migliore di noi stessi, la nostra eccellenza. Quando abbiamo paura di non essere all’altezza dobbiamo agire. Soltanto l’azione può farci raggiungere ciò che più desideriamo e possiamo gestire al meglio gli eventi pur considerando che l’ambiente esterno in quanto tale può far modificare l’esito!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio