Concordare l’educazione dei bambini è una sfida che tutti i genitori si trovano ad affrontare quotidianamente. Ma per coloro che sono separati o divorziati, la sfida è ancora più difficile da superare.
Tuttavia, indipendentemente dalla geometria della famiglia, la coppia genitoriale deve rimanere indissolubile. Una condizione necessaria per la stabilità dei bambini, ma anche per i genitori che desiderano costruire un giorno un nuovo rapporto su basi solide e serene.
Dovremmo rimproverare, punire o sculacciare i nostri figli? Dovremmo chiedere loro di stare a tavola fino alla fine del pasto o lasciarli liberi? Bisognerebbe privarli di uscire quando prendono dei brutti voti a scuola?
I metodi da seguire per trasmettere valori, regole da seguire e linee guida sono infiniti. E’ giorno dopo giorno che si prendono tutte le decisioni relative alla educazione dei nostri figli.
Man mano che crescono, oltre le situazioni improvvise da fronteggiare, dobbiamo costantemente rivalutare i nostri principi e rivedere i nostri modelli. Ne consegue che l’educazione ai figli è un lavoro che non può essere fatto senza la comunicazione tra i due genitori.
Ma allora, come arrivarci da separati?
Quando i bambini vanno a scuola e il genitore separato lavora tutto il giorno, come poter essere una guida per i propri figli?
Come gestire l’arrivo di una terza persona, la ricomposizione di una nuova famiglia?
Molte sono le sfide da superare, ma tutte basate su una regola: se la coppia dal punto di vista dei sentimenti è scoppiata, la coppia di genitori, deve rimanere compatta.
Ci sono coppie che si separano senza fare rumore o senza rompere neanche un piatto. Quasi come un accordo reciproco. Altre coppie invece perdono la ragione e strumentalizzano il rapporto con i figli per creare apparentemente disagio all’ex coniuge, senza valutare purtroppo, le conseguenze sui figli.
Quale genitore separato non ha mai sentito il senso di colpa nei confronti del suo bambino per non poter più vivere assieme?
Allo stesso modo, quale genitore ha mai dichiarato di essere responsabile per la sofferenza della sua famiglia? In questo clima teso a volte, è difficile continuare a crescere i figli come si faceva prima della separazione.
Dopo il divorzio, alcuni genitori credono di dover dare molto, dal momento che non vivono più insieme, ma non trovano la collaborazione dell’altro genitore. Anche dopo che la rottura è stata digerita, il tempo e i modi di partecipare alla vita dei bambini, può diventare un pretesto per la guerra. Follia pura!
Le persistenti tensioni tra i genitori separati nascondono il vero e proprio dolore, il distacco con i minori. Fino all’adolescenza, i bambini sono molto piccoli e hanno una dipendenza psicologica nei confronti dei loro genitori. È per questo che quando sono con il loro papà, pensano che tutto ciò che dica l’adulto sia vero. E allo stesso modo, anche quando sono con la loro mamma.
Se un genitore critica e scredita il comportamento dell’altro genitore, alimenta confusione nel bambino, perché quest’ultimo si troverà in una situazione di incoerenza tra ciò che crede e ciò che gli viene detto.
Pertanto, insisto nel trasmettere il concetto che occorre mantenere la responsabilità dei genitori di mantenere vivo il progetto di bigenitorialità, con un minimo di dialogo, in modo che i figli non subiscano le conseguenze dei problemi dei loro procreatori.
Ma se la separazione complica le cose per alcuni versi, alcuni aspetti possono essere semplificati. Si può percepire maggiore flessibilità e minor stress per tutti i membri della famiglia, spesso nelle regole di tutti i giorni della vita domestica. Ad esempio nella formazione (quando ci sono problemi a scuola), nella salute (ad esempio, se è necessario consultare uno psicologo) o di sicurezza (nei confronti di un adolescente che chiede uno scooter) sono discussioni con un solo genitore, che poi al massimo e purtroppo riporterà la scelta già decisa per il 90% all’altro.
Spesso, nell’educazione dei figli si fa l’errore di sottovalutare la loro sensibilità. I bambini sono perfettamente in grado di comprendere e di sostenere che certe cose possono accadere in modo diverso e in due case diverse: da mamma e da papà.
Tuttavia, quando le famiglie diventano allargate, allora è con il tuo nuovo partner che bisogna discutere l’organizzazione dell’educazione dei figli.
Nulla ci può dire che sarà più facile trovare una guida comune con il tuo nuovo partner. Piuttosto, è naturale mostrare ai figli, le differenze della nuova coppia nel modo di educare la famiglia e mostrare autorevolezza (fare in modo che sia il minore a concederti l’autorità se è riconosciuta).
La coppia che ha preso le redini di questa nuova famiglia dovrà fare i conti con i rispettivi passati. Mentre i genitori erano in grado di costruire una visione comune nell’educazione dei loro figli, la nuova coppia deve affrontare una situazione già formata.
Tutto ciò, richiede più tempo per effettuare le regole e, talvolta, alcune concessioni. La trappola più comune in cui le famiglie allargate cadono, è che nel momento della convivenza, ognuno vuole imporre il proprio metodo educativo con i propri figli.
Queste famiglie sono divise a metà e in verticale, allora sarebbe opportuno riavvicinarsi al modello tradizionale di famiglia in cui entrambi gli adulti sono coinvolti ed entrambi responsabili per i bambini che sono sotto il loro tetto, e dare tanto e il massimo possibile per incoraggiare e sorreggere questi figli insieme e non separatamente. Nel caso opposto, si arriva ad una competizione perenne tra i figli dell’altro partner se ci sono figli da entrambi i lati, e di più se si è deciso di concepire un altro bambino.
Arrivati sin qui l’interrogativo da porci è: Come risolvere questi problemi? Dobbiamo prima essere consapevoli del fatto che la situazione è un po’ complessa per ricomporre una famiglia. Occorre uscire dal mito della famiglia perfetta e che non esiste nella realtà “la famiglia del Mulino Bianco”! Questo consente di evitare la delusione. Ci saranno sicuramente disaccordi e conflitti da superare, e tutto ciò dovrebbe avvenire tra adulti e sempre tenere a mente che la ricostruzione richiede tempo.
Quando le cose le facciamo accadere troppo velocemente, e i figli, o genitori, non hanno avuto il tempo di digerire i rischi che si potrebbero incontrare, le cose potrebbero andare male. Ci vuole il tempo necessario, e non si devono forzare i rapporti. Solo così ognuno troverà il proprio posto. E non può avvenire dall’oggi al domani con forza, costanza e determinazione!
Di solito, adoro inserire dei video che esprimono motivazione, ottimismo e positività, ma questa volta voglio entrare nel tuo stato d’animo e trasmetterti la giornata tipo di un padre separato, per far si che ci sia maggiore sensibilità sul tema, troppo spesso dimenticato.
Dopo il video, fammi sapere nei commenti cosa ne pensi di questo argomento molto delicato.
Ciao,
L’argomento è delicato e credo però che molti padri non facciano abbastanza per partecipare all’educazione dei figli. Sono divorziata e ho un bambino di 12 anni, il mio ex marito non muove un dito per portarlo al calcio e accompagnarlo nei suoi impegni. Magari è troppo facile voler partecipare a chiacchiere ma poi nei fatti che si vede l’interesse!
Ciao Puffetta,
Credo che in alcuni casi sia difficile individuare la causa che scaturisce l’effetto. Molti padri si allontano dai figli perché in natura sono assenteisti e menefregisti oppure “mollano” il colpo perché non riescono ad emergere nel loro ruolo da padre part time verticale?
Prova, se veramente vuoi elevarti come madre ad incoraggiare il rapporto tra tuo figlio e suo padre, senza essere aggressiva o rancorosa, semplicemente senza giudicare! Dobbiamo cercare di essere una guida, un mentore per i nostri figli e ricercare l’autorevolezza! Soltanto così potremo adempiere ad un punto fondamentale della nostra missione di vita!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Complimenti per il video, è davvero significativo! Come hai scritto nell’articolo la sensibilità dei bambini è davvero sorprendente, hanno un innato senso di realtà… Fin da piccolissimi si dimostrano più competenti di noi adulti nel gestire le relazioni, come se comprendessero il nostro temperamento e le intenzioni. E ciò accade anche in situazioni diverse dalle separazioni, quando ad esempio si trovano a vivere con uno dei due genitori che si porta dietro un grave disagio. Tuttavia hanno bisogno di poter contare su una base solida e, come hai specificato, non contraddittoria, in modo che la sofferenza sia, per il loro livello di sviluppo, sostenibile.
E’ davvero spiacevole pensare al fatto che un genitore non faccia il possibile per tutelare il rapporto del figlio con l’altro genitore, e che questo diventi anzi un’arma di ricatto o di rivalsa. Ma è anche vero che non tutti sono capaci in ugual modo di gestire la propria rabbia o delusione.
Probabilmente si dovrebbe pensare a percorsi di accompagnamento alla separazione un po’ come avviene per il matrimonio 😉
Ciao Ester,
Ti ringrazio per il tuo contributo da esperta di pedagogia e autrice del blog Vita a zero-tre! Piace e condivido l’idea di fare un percorso alla separazione come avviene per il matrimonio!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Ho due figli e sono separata.
Credo che il rispetto possa essere trasmesso solo con il buon esempio: se due genitori riescono a mantenere le discussioni al difuori del discorso “figli”, tutto sarà meno complicato.
Ci vuole molta intelligenza e autocontrollo.
Spesso io invito a cena il papà dei miei ragazzi, o quando possibile andiamo in vancanza insieme. Questo non significa che sia semplice gestire la situazione, ma per il bene dei propri figli uno sforzo, un sacrificio è doveroso.
Quando ho un problema con uno dei miei ragazzi, ed è un problema degno di nota, avverto il padre su come sto gestendo la situazione. Lo faccio senza aspettarmi aiuto, ma solo per informarlo su quanto sta avvenendo. Se poi dall’altra parte ci sono consigli utili, perchè no, li prendo in considerazione.
Insomma, le nostre responsabilità verso i figli sono enormi e anche se a volte è pesante, perchè è inutile negarlo, è spesso molto pesanteì, con il buon senso tutto è possibile!
Grazie Pierluigi, hai toccato un tema importante.
Buongiorno Elena,
Da padre divorziato credo che il problema sta proprio nel comportamento che avete voi madri nei confronti delle decisioni dei figli! Lei stessa dice che quando ha un problema “avverte” il suo ex di come sta gestendo la situazione senza aspettarsi nulla ma solo per “informarlo”. Questa non è condivisione del progetto educativo ma una strada a senso unico che lei percorre, in cui il suo ex può solo vedere dove finisce senza poter partecipare attivamente alla scelta della decisione.
MArio
Sono separata e ho 3 figli.Il padre di qst bambini non si interessa minimamente ne dei sentimenti ne delle occupazioni dei figli. Non ho rancore nei suoi confronti,ma sono stanca di sentirmi dire da tutte le parti che dobbiamo cercare di capirlo.L’adulto ( oltre me) è lui e non dovrebbero essere i bambini a cercare di capire il padre,ma il contrario. Se il padre avesse un comportamento diverso coi figli forse loro avrebbero più voglia di passare del tempo con lui.Se lui li maltratta o li ignorami sembra naturale che i bambini non sentano l’esigenza di questo padre assente..ed era assente anche prima della separazione.
Vorrei rispondere al sig Mario. Anche io “informo” il padre dei miei figli di tutto.Evidentemente la signora Elena è nella mia stessa condizione. Si avverte il padre xchè è giusto che sappia,ma se il padre avesse un minimo di interesse subito dopo essere stato avvertito prenderebbe dei provvedimenti.Per cui smettiamo di puntare sempre il dito sulle madri.Le streghe siamo sempre noi madri e i padri sono sempre visti come dei poveri cani abbandonati..cerchiamo di essere obiettivi e di vedere come stanno veramente le cose per favore.
Cara Carla,
Non si parla di streghe ma di realtà! In Italia la legge sull’affido condiviso è soltanto una bella parola! In realtà al padre non rimane che accontentarsi di quel week end ogni 2 settimane per vedere e toccare il proprio figlio! Se la madre del piccolo non vuole coinvolgere e condividere l’educazione col padre separato può farlo e nessuno le dirà nulla: ha l’asso nella manica, cioè il figlio in casa propria!
Io sono d’accordissimo con Mario anche io subisco le decisioni della madre di mio figlio è devo cercare di gestire il tutto a cose fatte , inoltre devo anche combattere con il compagno che crede di essere migliore di me nell educare mio figlio . È veramente difficile
Ciao Prlando,
Comprendo la difficoltà ma la “stella polare” da seguire è la consapevolezza che tu per tuo figlio ci sei! Oggi, domani e giorno dopo giorno arriverai ad un certo punto che raccoglierai i tuoi sforzi… Abbi fiducia!
Un abbraccio.
Pierluigi D’Alessio
MI spiace mMrio,ma almeno per quanto riguarda la mia esperienza personale non è come dici te.Io coinvolgo il mio ex marito nelle faccende dei nostri figli, ma è lui che non si interessa di niente..nemmeno del famoso week end ogni due settimane.E’ da bambini capricciosi prendersela con le ex mogli o con gli ex mariti,la verità è che molti padri se ne lavano le mani dei figli per fare dispetti alle ex mogli e poi per l’opinione pubblica va avanti la calunnia ( xchè di calunnia si tratta) che esponi te in questo gruppo.Se un padre non si interessa della vita dei propri figli per fare dispetto alla ex moglie e poi si fa vittima nella società è solo un bambino capriccioso ed egoista.Personalmente anche se volessi estraniare il mio ex marito dalle cose che riguardano i figli non potrei farlo xchè intervengono subito gli assistenti sociali a riprendermi..ma ripeto,anche se lo avviso è lui a non interessarsi.
Io credo che il problema non sia PADRI o MADRI…penso che il problema sia per il genitore a cui è stato affidato il bambino…parlo per esperienza personale! Sono mamma di un bambino di 5 anni e mezzo,mai stata sposata con il padre e praticamente mai stati insieme veramente. Finché un bel giorno decide di mettere il tribunale di mezzo solo perché io gli avevo chiesto di regolarizzare il tutto per tutelare proprio nostro figlio, da li l’incubo…si è inventato non so quante cattiverie, bugie, mi ha cacciato di casa ecc…e si è accanito togliendomi l’unica ragione della mia vita…mio figlio…come si fà a togliere il proprio figlio di soli 5 anni ad una madre??come si può permettere che io possa vederlo una volta a settimana e un weekend ogni 15 giorni?!non sono una drogata ne ho mai maltrattato mio figlio e l’unica cosa che il tribunale ha scritto è che l’affidamento è condiviso(che è una presa in giro perché visto che il bambino sta sempre con il padre questo non mi chiede il consenso di nulla anche sulle decisioni importanti) che il provvedimento è provvisorio il collocamento è dal padre finché gli assistenti sociali non valuteranno i miei orari di lavoro se coincidono con l’accudimento di mio figlio…io dopo 6 mesi ancora mi domando che motivazione è questa…come si può togliere un figlio alla madre sulla base di non si sa cosa?! Sulle menzogne del padre? Perché lavoravo( ho lasciato il lavoro) io credo che a prescindere sia ingiusto togliere un figlio ad entrambi i genitori…ma vi posso assicurare che io madre mi trovo nella stessa situazione di molti padri, ricattata umiliata esclusa dalla vita di mio figlio dalla persona che dovrebbe comportarsi da bravi genitore e pensare solo al bene di nostro figlio, non alla propria vendetta…e comunque stiamo parlando di un bambino di soli 5 anni…ma come crescerà senza la figura materna?! Si sente abbandonato mio figlio…c’è la con me…ogni volta che stiamo insieme è un dramma perché il papà me lo mette contro e perché pensa che io l’abbia abbandonato…come può un GENITORE sopportare tutto questo?!sto in mediazione famigliare ma tanto se dall’altra parte c’è una persona che non sta tanto bene mentalmente qualsiasi cosa sarà vana…perché non capirà mai che bisogna agire per il bene di nostro figlio…mi sto facendo in 4 per far si che mio figlio cresca consapevole che la mamma c’è e ci sarà sempre e che non é stata una mia scelta…purtroppo mi sento molto sola perché ogni volta che certo conforto in qualche associazione, trovo solo per i padri mentre per le madri a cui viene tolto un figlio ingiustamente non c’è nulla..e qui ve lo ripeto non si tratta di madri o padri, bensì di genitori accecati non si sa da cosa, che vogliono vendicarsi sulla pelle di una povera creatura innocente rovinandogli per sempre l’esistenza…cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia…meditate…
Cara Mary,
Devo ammettere che la tua situazione è pressoché un’eccezione. Solitamente sono i padri a vivere nella tua condizione in quanto i Tribunali “collocano” (brutto termine!) i minori presso la figura di maggiore disponibilità in termini di tempo e predisposizione naturale (dall’allattamento ai primi passi verso l’autonomia).
Io non sono nessuno per poterti dire cosa fare o non fare ma credo che sia importante per te non cadere nella posizione della “vittima” in quanto questo comportamento non ti porterà da nessuna parte.
Continua a cercare un dialogo con il tuo ex, i tuoi ex suoceri, tuo figlio. Non trasmettere mai a tuo figlio il tuo rancoro e il tuo astio nei confronti del padre. Dopo tutto questo lavoro sono certo che primo o poi potrai raccogliere i giusti frutti. Cerca bene tra le associazioni e sono certo che troverai quella disposta ad ascoltarti. Se sei di Milano posso fornirti un aiuto. Scrivimi in privato.
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Buon giorno,
sono separata,ho un figlio che ha appena compiuto sei anni ed ho un nuovo compagno da tre anni e mezzo.Lui vive in Toscana e vede il bambino due fine settimana al mese.Nel frattempo,la mia vita e quella di mio figlio va avanti serena a casa dei miei genitori. Nonostante la separazione,sto cercando di convivere in maniera serena col papà del bambino(anche se mi stalkerizza ed ha rovinato per tre volte la macchina del mio compagno),cerco di lasciare da parte quelli che sono solo problemi miei e non del piccolo uscendo a cena tutti e tre assieme(bambino,padre ed io)ma mi è stato detto che questo comportamento non va assolutamente bene perchè nel bambino si crea confusione(premetto che il piccolo spesso dice a suo papà vieni a mangiare a casa nostra quindi mi sembra che abbia “ben chiara” la situazione).
Avrei bisogno di un consiglio di esperti su come comportarmi per favore(il bambino ha sofferto di epilessia aggravata complessa curata con barbiturici per tutto il primo anno e mezzo di vita).
In attesa di risposta da parte vostra,
auguro buon lavoro.
Ciao Raffaella,
Devi valutare se secondo te il bambino è confuso da questa relazione oppure ha ben chiaro che papà e mamma sono separati. Magari, stasera prendilo in braccio e spiegagli apertamente le cose come stanno dicendogli tutta la storia che nonostante papà e mamma non stanno insieme sono e saranno sempre i loro genitori che lo amano entrambi.
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Sono d’accordo nei principi a tutto. poi però vivo una realtà molto differente.
Mi sono accollata la responsabilità (anche economica) di tutto, anche di quanto nell’accordo di separazione doveva essere gestito da lui; sono rimasta a vivere nella città dove eravamo senza alcun aiuto. Però sono la strega cattiva, quella che ha voluto la separazione (in una storia che ha tutti i margini della violenza psicologica) e che sta togliendo la figlia al papà. Un papà che sembrava presente, quando era in casa, ma che problemi a non prenderla più (neanche quel poco che faceva prima) e a tartassarla di domande per sapere dov’ero e poi venirmi a cercare non se n’è fatti.
Lei non lo vuole neanche più sentire al telefono. Se le dico che il papà le augura la buonanotte si chiude e diventa cupa. Però un accompagnamento psicologico no…ci vuole l’ok di entrambi i genitori! (che avevo ottenuto a inizio separazione accollandomi la spesa ma che è stato utilizzato per rinfacciarmi che gliel’avevo estorto per mettere la figlia contro di lui, aiuto!)
…e sono io a dovermi far carico delle sue difficoltà, delle sue paure, delle decisioni che la riguardano e della quotidianità. Anche questo non lo dimentichiamo… perché forse il papà vedrà una cameretta vuota (dolorosamente) ma nelle separazioni così la mamma con 40 di febbre sta seduta su quel letto ad aspettare che il figlio si addormenti!
Apriti cielo se la mamma si permette poi di innamorarsi ancora!
ma come se ne esce?
Ciao Elena,
Intanto inizia a scomporre e a far comprendere alla bambina che mamma e papà hanno vari ruoli e che il ruolo di padre e madre sarà sempre presente per lui. Se favorisci con mille difficoltà la bigenitorialità, prima o poi avrai ragione. So che ora non è facile incoraggiare il rapporto tra tua figlia ed il tuo ex ma è necessario per stabile la serenità nel lungo termine nella bambina. Se ti innamori ancora, ben venga! Comunica a tua figlia i sentimenti che provi, se sono certi, e vivi anche la tua vita di donna (un altro ruolo!).
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio