Hai mai sentito parlare di Intelligenza Emotiva? Tradizionalmente abbiamo appreso che per avere successo ad esempio, in ambito scolastico, dobbiamo raggiungere risultati concreti. Ma se ci pensi, sembra chiaro che l’avere successo nel mondo scolastico non è corrispondente a ciò che successivamente andresti ad occuparti nel tuo futuro professionale. E inoltre, non si considera mai l’evoluzione del settore in cui operiamo, il cambiamento.
Daniel Goleman, autore di “Intelligenza emotiva“, è stato per me fonte di ispirazione per concepire un nuovo paradigma: il successo professionale può essere condizionato più dalle capacità/abilità che dalle “conoscenze” pure. Questo non vuol dire che non hai bisogno di apprendere tecnicamente qualsiasi professione o nozioni scolastiche, non significa che non serve essere preparati, ma questo non è più l’essenziale per avere successo (il successo lo intendo come la realizzazione di far accadere la cose che si vogliono).
Quando vediamo un annuncio di lavoro, ci sono alcuni requisiti minimi che tutti i candidati devono soddisfare: una particolare lingua, una formazione specifica… Ma, cosa determina il successo di alcuni e l’insuccesso di altri?
Secondo Daniel Goleman, il 10% di successo professionale dipende dalla tua conoscenza (ed i tuoi concorrenti hanno più o meno la stessa conoscenza che hai tu) e il 90% dipende dall’intelligenza emotiva. E allo stesso modo in cui l’insuccesso dipende dalla mancanza di intelligenza emozionale. La maggior parte dei licenziamenti di alto livello nel mondo degli affari, ha a che fare con una mancanza di intelligenza emotiva.
Se si vogliono assumere le persone migliori non occorre guardare le votazioni scolastiche, le comptenze tecniche, praticamente quello che è stato definito come quoziente di intelligenza (QI). Confronta le persone che sono nella tua azienda e si distinguono dalla massa. Essi eccellono sugli altri, nella maggior parte dei casi, utilizzando delle competenze che l’azienda/funzione organizzativa ha ritenuto necessarie per il proprio business e successo, dipendono esclusivamente dall’intelligenza emotiva. Pensare in grande come suggerisce Donald Trump, avere una visione globale come lo afferma anche Stephn Covey nel capolavoro “Le 7 regole per avere successo”, comprendere i sistemi complessi per raggiungere una visione strategica per il futuro.
Ad oggi le competenze che generano l’intelligenza emotiva sono: l’empatia (la capacità di ascoltare attivamente con tutti i sensi), la persuasione, la motivazione, l’innovazione, la creatività, la capacità di connettersi con gli altri, la comunicazione efficace… Tutte queste caratteristiche di intelligenza emotiva non fanno altro che amplificare le vostre abilità e competenze “intellettuali”.
E come possiamo rendere queste competenze emotive al massimo per supportare le nostre capacità intellettuali?
Per raggiungere un vero equilibrio tra testa e cuore (armonia del cervello), dobbiamo allenare continuamente le nostre abilità emotive.
Come? Coinvolgere noi stessi e gli altri attraverso flessibilità, autonomia, definizione di obiettivi chiari, raggiungibili, facendo una gestione delle competenze.
La scoperta dei neuroni specchio hanno supportato l’Intelligenza Emotiva. Si tratta di neuroni nel nostro cervello che si attivano, “quando un animale compie un’azione e quando l’animale osserva la stessa azione compiuta da un altro soggetto (Wikipedia)”.
In questo modo noi percepiamo ciò che accade all’altra persona, senza dover ncessariamente parlare. Questo crea un ponte emotivo, da cervello a cervello. Due persone in silenzio possono, attraverso l’espressione, trasmettere all’altro le proprie emozioni. L’altra persona potrà “catturare” lo stato d’animo altrui.
Può essere molto importante sviluppare queste competenze per le imprese, soprattutto nella gestione di negoziazione e per favorire i team. Queste persone sono propense a diventare nel tempo, leader di un gruppo, al punto che se il capo è di cattivo umore, tutto il gruppo sarà di cattivo umore. E di conseguenza, avranno uno scarso rendimento. Se il leader ha pensieri positivi, le persone attorno avranno maggiore gioia di stare assieme e nel caso di contesti aziendali, sarà maggiormente propenso a parlare di aumenti di stipendio! Il leader deve controllare le proprie emozioni, perché questo avrà molto impatto sulla performance del gruppo.
Lo stesso accade nella gestione dei rapporti sociali. Ci deve essere un “inconscio sincronizzante” tra le persone, che le collega. Ci deve essere un collegamento con le persone per “capire” e emettere il giusto messaggio. Quando c’è quella connessione ci sentiamo bene. Vi è una connessione interpersonale dove si producono i momenti migliori e le migliori idee del gruppo.
L’intelligenza emotiva è fondamentale anche sulla tua esperienza personale. Senza dubbio le decisioni prese saranno le più funzionali da prendere.
Prendere quelle decisioni in linea con la tua etica, i tuoi valori, le tue passioni saranno le decisioni più appaganti.
Sentire e capire come si sentono gli altri è essenziale per avere successo nelle negoziazioni e nella gestione delle persone. Le persone con cui lavoro hanno diversi modi di esprimere le loro emozioni. Bisogna essere molto allenati per capire gli altri!
L’empatia è molto importante, soprattutto quando si comunica attraverso Internet. Senza vedere le nostre espressioni facciali, rimane molto più difficile essere empatici. L’Intelligenza Emotiva può trovare corrispondenza nelle 3 tipologie di empatia:
– Cognitiva: capire quello che stai pensando. E’ molto importante ad esempio quando si lavora all’estero, per capire cosa pensano e come pensano gli altri.
– Emotiva: mi sento come ti senti tu. L’empatia immediata verifica il cervello attraverso il cervello. (neuroni specchio).
– Il collegamento empatico. Non solo sei in empatia, ma sei pronto ad aiutare con qualsiasi cosa.
Cosa succede quando si comunica con persone che non si vedono faccia a faccia, come su Internet?
Su Internet è consuetudine affrontare questo problema. Quando si scrive una e-mail, sui social network, nei forum, è facile che in base ai tuoi stati d’animo di quel momento potrai avere un tono più o meno corrispondente.
In questo ambito e off line, abbiamo bisogno di migliorare la nostra capacità di ascoltare al 200%. Chi non ascolta il 200% non diventerà un leader efficace. Dobbiamo usare tutte le abilità per ascoltare (non solo con le orecchie!) gli altri, prestare attenzione ai vari aspetti. Non possiamo perdere nessuna occasione per non ascoltare bene, perché i dettagli fanno la differenza!
Dobbiamo essere in grado di connetterci con l’altro senza ricorrere a “neuroni specchio”. Essere empatici, migliorare la nostra intelligenza emotiva, senza l’utilizzo del linguaggio non verbale, vocale, o degli sguardi. E’ una sfida che possiamo vincere solo se siamo in grado di ascoltare gli altri, quando l’altro sente la nostra “attenzione”, che abbiamo cura e che siamo in grado di comprendere e aiutare anche se “virtualmente”.
In conclusione, il segreto per essere persone di successo è nell’avere un buon equilibrio emotivo tra cuore e testa. Se i nostri stati d’animo sono in equilibrio emotivo, anche in momenti di sconforto o tensione, i risultati saranno eccellenti! Se gli stati d’animo manifestano paura, terrore e blocco, non produrrai alcuna azione concreta oppure scarsi risultati. E tu sei passato all’Intelligenza Emotiva? Dimmelo nei commenti.
Purtroppo mi hanno diagnostico dopo tanti anni di ricadute nella dap,
una tendenza al bipolarismo, adesso sto nella fase depressiva, e’
anche in confusione per la separazione, che ho affrontato nel periodo
normale, sono in cura dallo psichiatra e faccio psicoterapia, ma e’
dura, vengo in ufficio con fatica, mi curo ma non come prima, per
essendo una bella donna, nel periodo dap mi vedo brutta, stasera pero’
mi sforzo di uscire con una collega, andiamo ad una festa di un
collega, ho anche un problema non mi va di farmi vedere depressa! Ho
la fortuna di essere magra, e nonostante prendo da circa un mese uno
stabilizzatore per l’umore non sono ingrassata! Vorrei tanto stare
bene, ma faccio fatica perche’ il mio stare bene e’ quando a luglio e
agosto ero euforica, fortunatamente non faccio cose gravi pero’…
ipersessualita’ cerco gli uomini, mi sento bella, mi curo molto e ho
tantissime energie, tante ore di palestra, chi lo puo’ dire se questa
malattia si e’ scatenata ad avere un uomo violento psicologicamente e
fisicamente ! Faccio fatica ad accettare di essere una bipolare anche
se non grave…Comunque quando sto nella fase dap libido zerooooooo e
anche questo mi fa stare male!
Cara Anna,
Per natura a me non piacciono le “etichette”. Non devi definirti bipolare per essere consapevole che puoi e devi gestire alcuni tratti caratteriali. Chiaro è se hai una patologia che è necessario rivolgersi al proprio medico ma non etichettarti ok?
Impegnati nel modificare alcuni comportamenti ed allenati a cambiare ciò che vuoi modificare.
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Io soffro da 10 anni di ansia e depressione alternando momenti lunghi di benessere anche per due anni dove faccio sport amo la lettura sn curiosa ho un buon lavoro, ho avuto un uomo violento finalmente mi sn separata ma sto male lo stesso, mi sto facendo aiutare da una psicoterapia e lunedì vado da uno psichiatra, , perché faccio fatica a lavorare e anche a fare le piccole cose, , spero di guarire presto, e un altra ricaduta e ogni volta ripenso a cm stavo.
Ciao Anna,
Aprirti al prossimo fa di te una persona che ha voglia di crescere e guarire la tua depressione, brava! Inoltre, da quello che scrivi stai cercando con l’aiuto di professionisti: psicologi e psichiatri, di uscire dalla malattia e pertanto puoi soltanto migliorare! Lasciare tuo marito è stato un evento molto forte ma alla lunga capirai che è stata la tua salvezza come donna e come individuo. Chi commette violenza sulle donne non merita perdono. Il rispetto reciproco è una caratteristica fondamentale per l’amore vero.
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Dopo vent’anni di matrimonio con violenze mi sono fatta forza a separarmi, oggi ho l’incontro dall’avvocato per firmare la separazione!Ma mi sento in ansia e depressa
Ciao Anna,
Come depressa? Sei una grande Anna!!! Brava, hai fatto quello che sicuramente avresti dovuto e voluto fare prima! Comprendo che questi momenti sono molto delicati e di difficile accettazione, ma come tantissime altre persone che hanno avuto il coraggio di dire BASTA e separarsi, tornerai a vivere!
Pensa a quanto il protrarsi di questa brutta situazione ti possa aumentare il dolore… Pensa che da domani in poi potrai essere di nuovo te stessa e “ricostruirti” una nuova identità, abbandonando violenze, ripicche, pensieri negativi, paure e timori!
Torna a vivere Anna e riprendi in mano la tua vita! Forte non è chi non cade mai, ma chi cade e si rialza! Anche mille volte se occorre!!
Fammi sapere,
Pierluigi D’Alessio
Mah, proviamoci.
In fondo non mi costa nulla fare un test QIE.
Certo che con tutto lo STRESS accumulato ( e parlo di mesi) qualsiasi attività faccia mi carica di ANSIA. Ogni cosa è fonte di un disagio che pare insormontabile, incontrollabile.
Santa pazienza!
Cara Daniela,
Cambia approccio! Guida tu la tua vita, è unica e soltanto tua! Inizia a convincerti delle cose che fai, abbandona lo stress, fai delle respirazioni con il diaframma come fanno i neonati (straordinari anche quando dormono!) Liberati dall’ansia, pensa che nessuna cosa che fai è urgente e imprendiscibile! Il mondo senza di te andrebbe avanti comunque, ti dico questo perché probabilmente se ti fai risucchiare dagli stati d’animo negativi avrai soltanto l’effetto negativo per la tua salute mentale e fisica!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio