Perdere il lavoro a volte è un vero dramma e non è mai incoraggiante, per qualsiasi motivo esso sia stato generato. Un licenziamento può minare la nostra autostima. Come riconquistare autostima dopo una perdita del posto di lavoro?
Subire un licenziamento è una dura prova, soprattutto per la nostra autostima. Probabilmente penseremo che abbiamo dato molto e ci abbiamo messo l’impegno ma nonostante ciò, evidentemente tutto questo non è servito a nulla!
Ora non solo vediamo un fallimento professionale, ma ci mettiamo in discussione anche dal punto di vista personale. E’ importante scindere la professione dall’identità e uscire da questa forma di associazione dannosa per la nostra autostima.
Dobbiamo “digerire” la situazione negativa prima di attivarci nella ricerca di un nuovo lavoro. In caso contrario, il nostro approccio può essere inefficace e soprattutto deleterio per arrivare a “convincere” il nostro prossimo datore di lavoro.
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Indice
- 1 Per ottenere la nostra autostima e raggiungere dei risultati proficui in termini della ricerca di un nuovo lavoro, occorre:
- 1.1 Non esprimersi mai in termini negativi e polemici.
- 1.2 Fissare degli obiettivi realistici.
- 1.3 Agire con un piano strategico.
- 1.4 Continuare le attività sociali (uscire con gli amici, andare in palestra, frequentare ambienti nuovi e stimolanti, ecc.).
- 1.5 Fare il resoconto delle nostre realizzazioni personali e professionali del passato.
- 1.6 Cercare sostegno e coaching, se necessario.
Per ottenere la nostra autostima e raggiungere dei risultati proficui in termini della ricerca di un nuovo lavoro, occorre:
Non esprimersi mai in termini negativi e polemici.
Cospargersi di ottimismo è fondamentale per avere il giusto approccio alla vita soprattutto nei momenti in cui ci sentiamo a credito. Ogni accadimento pur vedendolo in ottica negativa, alla lunga rappresenta sempre un messaggio della vita nei nostri confronti, a volte ci serve per capire e crescere!
Fissare degli obiettivi realistici.
E’ fondamentale vivere la nostra vita con degli obiettivi:” nessuna nave lascia il porto senza sapere dove andare!”
Agire con un piano strategico.
Nella vita o prendiamo delle decisioni e agiamo oppure qualcun’altro o qualcosa deciderà per noi. Cosa è meglio?.
Avere un piano strategico è la risposta della nostra mente alla domanda “Come posso raggiungere il mio obiettivo?”
Il divertimento è fondamentale per la nostra rigenerazione e per ricaricarci di energie. Ti ricordi quando eravamo bambini e la notte prima di andare al mare in vacanza non dormivamo per la gioia? Torniamo a ricercare quell’entusiasmo che quando ci si diverte la stanchezza non esiste!
Fare il resoconto delle nostre realizzazioni personali e professionali del passato.
Tutti noi siamo degli esseri straordinari, siamo arrivati sino a qui vincendo mille e più sfide, abbiamo ognuno di noi appreso milioni e milioni di informazioni che neanche ce ne siamo resi conto. Fai una lista scritta di tutte le abilità che hai, rimarrai sorpreso di quanto sei in gamba, allena la tua autostima a tirarla fuori quando ti serve, sperimenta!
Cercare sostegno e coaching, se necessario.
Tutti noi abbiamo bisogno di sostegno di qualcuno, a volte la soluzione è davanti a noi ma non riusciamo a vederla. Se ci aprissimo di più alle persone che ci sono vicino capiremmo che a volte basta questa “medicina” per guarire dai problemi. Non hai persone che possono incoraggiarti? Trovati un Life Coach, forse ti può servire per poi ripartire di slancio!
E tu hai mai dovuto recuperare la tua autostima per via della perdita del tuo lavoro? Dimmelo nei commenti.
Certo è che data l’età la situazione contingente e lo stato d’animo, per rimettersi in gioco devi essere un grande prestigiatore. Lo sono? No. Ci provo? Proviamoci!
Bravo Giuseppe,
Inizia a convincerti e trasforma il tuo “ci provo” in “mi impegno”! Cerca dei riferimenti di persone che alla tua età ci sono riusciti ed hanno riottenuto ciò che desideravano, ti servirà per motivarti!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Licenziato per giusta causa, accuse costruite ad arte. Dopo 30 anni ho capito che stavo sui c….. a qualcuno. Niente da fare x le vie legali. 54 anni e capisci che sei finito. Facile pensare ad una sola soluzione, ma ci vuole tanto coraggio. Sono un vigliacco? Forse.
Caro Giuseppe,
Un licenziamento non può essere definito come la fine del mondo. Tutti gli esseri umani sono esseri straordinari e come tali abbiamo il dovere di reagire con i fatti.
Forza Giuseppe!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Ciao Pierluigi,
io sono stato dimissionato (letteralmente obbligato alle dimissioni!)nel 2011, incentivato ad andarmene senza alternative valide in termini di crescita o ricollocazione, pena un muro contro muro se non avessi accettato, che mi avrebbe portato ad essere sbattuto in giro per l’Italia ovviamente a scapito della mia carriera e della mia dignità di lavoratore.
Questo dopo aver onorato i miei obiettivi,aver raggiunto un livello di integrità aziendale invidiabile, essere un vero punto di riferimento per i colleghi, ma anche subire una pressione tale che mi ha indotto a divenire cosi troppo aggressivo presso i clienti che poi ho inevitabilmente pagato!
Ciao Beppe,
Ma ora stai lavorando o ti serve qualcosa per ripartire? Sei carico?
Le aziende sono fatte di persone e a volte ci può stare che ci sia incopatibilità professionale. Quello che è stato il tuo passato fa parte del vecchio Beppe, ora apriti al nuovo a vai a caccia di opportunità con un piano di azione, con degli obiettivi, focalizzazione e atteggiamento mentale giusto!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Sono al corrente che al giorno d’oggi le aziende pretendono di valutare un candidato dopo soli 3 giorni, ma questo sistema va a discapito sia delle aziende sia del candidato. Dico questo perchè ho potuto costatare che un’azienda che agisce in questo modo, a lungo andare non si può fare una bella immagine, anzi, peggiorerà sempre il suo modo di lavorare. Inoltre , negli anni 80 mi ricordo che i periodi di prova erano più lunghi (30-60 gg. lavorativi) in modo tale che un candidato veniva visto e capito. Con i metodi di adesso, pretendere di capire una persona in 3 giorni è assurdo. D’acordo i costi-benefici, ma se una ditta nell’arco di un anno cambia sempre personale perché non riesce ad individuare candidati in un lasso di tempo così breve allora è il suo sistema di lavorare che non funziona.
Innanzitutto per inventarsi un lavoro bisogna conoscere se stessi, e vedere se si hanno le possibilità economiche per sostenere le spese a cui si può andare incontro. Io conoscendomi non ho né lo spirito da imprenditrice né tantomeno i mezzi finanziari per inventarmi un lavoro. Inoltre, avendo sempre lavorato nel campo amministrativo non saprei come muovermi per aprire un’attività. Con questo non voglio dire che non mi voglio prendere responsabilità, semplicemente riconosco che non sono la persona adatta per essere una titolare di un’azienda. Inoltre non ho detto che le aziende devono stare attente alle esigenze dei singoli, ma nemmeno pretendere di conoscere una singola persona in meno di tre giorni. E’ una tempistica troppo breve, sia per l’azienda sia per il candidato neoassunto.
Cara Roberta,
Certo che occorre conoscere se stessi, per ogni cosa che si fa nella vita è necessario. Però, prova ad esempio a vedere qualche persona di successo che hanno iniziato la loro attività in proprio senza possibilità economiche eppure hanno raggiunto i loro obiettivi: Giovanni Rana, è passato da piccolo artigiano e figlio di fornai ad avere un impero; Mirco Gasparotto, è passato da operaio con la terza media ad essere il presidente di Arroweld, un gruppo industriale imponente.
Comunque, se proprio non ti piacerebbe essere imprenditrice puoi realizzarti sempre come dipendente, però pensa che il sistema degli affari è sempre alla ricerca dell’ottimizzazione costi-benefici e qui rientra l’ottica aziendale di pretendere di valutare una persona dopo soli 3 giorni!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Ho letto l’articolo. E’ interessante, ma in questo momento noi abbiamo bisogno, oltre che di autostima, di essere riconosciuti come persone e come lavoratori. Dobbiamo certo metterci in discussione, ma ci deve essere anche comprensione dall’altra parte. Un lavoratore che, per motivi a lui non attribuibili viene licenziato dalla sua azienda, deve cercare di essere positivo come persona, ma anche le azienda che lo chiamano per un colloquio devono pensare che sono di fronte ad una persona nuova, che avrà esperienza ma si deve scontrare con una realtà diversa da quella in cui viveva, e quindi ha bisogno di tempo per adattarsi. Noto invece che, soprattutto se si viene assunti con contratti interinali, il periodo di prova è molto corto (3, 5 massimo 10 giorni lavorativi). In un lasso di tempo cosi breve, a mio avviso ci sono delle difficoltà sia per quanto riguarda l’azienda che assume la nuova persona, sia per il candidato che deve cercare di adattarsi in una realtà nuova in tempi molto ristretti, e quindi, molte volte, non ce la fa a superare questo periodo.
Cara Roberta,
Il principio centrale di crescita-personale.org è quello che ogni persona può fare la differenza e prendersi la propria responsabilità di quello che succede, soltanto in questo modo si può agire senza se e senza ma! Per quanto riguarda il lavoro interinale, comprendo il disagio ma purtroppo l’aspetto temporaneo e di immediatezza segue anche l’istituto della prova. Roberta, le imprese e il mondo esterno in generale, prendono le proprie decisioni senza stare attente alle esigenze dei singoli. Noi possiamo modificare tutto ciò soltanto parzialmente, mentre il vero e primo cambiamento possiamo attuarlo dentro noi stessi, partendo da noi. Perché non cambiare approccio e inventarsi/cambiare un lavoro?
A presto,
Pierluigi D’Alessio
….Trovarlo, un Life Coach!
Ciao Westside,
Scegliere un Life Coach non è facile, occorre grande empatia ma soprattutto il cliente deve “sentire” la forza della guida! Soprattuto quando il rapporto cliente/coachee è terminato!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio
Ciao, anche a me è capitato, sono stata licenziata nel 2009, per mancanza di lavoro.. quindi nel mio caso l’autostima non è stata messa in discussione, dopo un mese ho trovato subito un nuovo lavoro ma capiterà ancora di sicuro di questi tempi..un po di coraggio e spirito di adattamento e si ricomincia.
Ciao
Cara Angela,
Bravissima! Soltanto l’approccio deciso fa prendere la vita di petto! Così bisogna essere, alla fine è soltanto un lavoro, cioè un mezzo per vivere la nostra vita!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio