Chi non lo dice ogni tanto? “Quell’evento mi ha traumatizzato.”, “Quella persona mi ha traumatizzata.”, “Se parli così, mi traumatizzi!”.
Insomma, sentiamo dire, e lo diciamo noi stessi, spesso la parola trauma. A volte così spesso da sembrare abusata.
Sarà colpa di Freud l’aver sdoganato questo termine – prima non se ne parlava – ma anche il merito, perché grazie al fatto che se ne parli permette di porre attenzione sui contenuti interiori.
Senza necessariamente farlo solo nella stanza di uno psicologo, psicoterapeuta o psichiatra.
Non entriamo nella definizione del trauma in questo articolo, ma cerchiamo di offrire qualche spunto di riflessione sui comportamenti che potrebbero derivare da un vissuto traumatico non elaborato e non superato.
Si potrebbe dire che trauma in sé è molto relativo, perché lo stesso evento in una persona può scatenare le reazioni molto diverse a seconda del periodo della sua vita in cui si trova.
Altrettanto, nelle diverse persone può provocare le reazioni completamente diverse, tra le quali potrebbe non esserci nulla di traumatico.
La maggioranza di noi crede che il trauma sia un evento/accadimento che ci è successo. Ma se fosse così, una volta passato l’evento dovrebbe passare anche il trauma. E sappiamo che non è così.
Si può dire che il trauma sia il nome che diamo all’emozione (di solito il dolore) scaturita da un evento/esperienza, che non è stata pienamente compresa, ma il più delle volte nemmeno pienamente sentita.
Quindi, un’esperienza può causare una specie di ferita ad alcuni, mentre ad altri no. Quando questa ferita non viene nemmeno vista è difficile superarla (esattamente come nel caso delle ferite fisiche).
Per questo è utile riflettere e magari non esitare di rivolgersi magari ad un coach, counselor o qualsiasi altra figura di aiuto e parlare di un comportamento che notiamo in noi stessi (che sembra una sciocchezza) per iniziare a fare chiarezza, e forse scoprire che ci sia dietro una ferita di cui non ci siamo nemmeno accorti.
Forse i nostri comportamenti che sembrano di poco conto non lo sono per niente. Sono gli indicatori preziosi sulla nostra interiorità, proprio perché l’interiorità è invisibile ma è determinante per il nostro benessere.
Vediamo quali sono i 4 comportamenti dei possibili modi di reagire al vissuto difficile dell’evento traumatico:
1. Fuggire
Una volta questo comportava i vari modi di allontanamento fisico, ma oggi ci sono dei modi diversi di fuga, che non ci viene mai in mente di considerare tali:
– passare ore davanti alla TV (magari facendo zapping e non guardando realmente nulla),
– passare ore sui social media (interessandoci forse ai vissuti degli altri ed alle esperienze che attraversano, informandoci nei dettagli),
– mangiando in modo compulsivo (avete presenti quei momenti in cui apriamo il frigorifero e divoriamo quel che troviamo, accorgendoci di averlo mangiato solo quando abbiamo finito?);
2. Combattere
Una volta questo era evidente solo nella partecipazione alle risse o battibecchi, ma ci sono molti modi di combattere a volte insospettabili:
-irritabilità generalizzata (il famoso “oggi mi gira male”),
-scoppi emotivi (di qualsiasi emozione, spesso inappropriati al contesto del momento),
-entrare e intrattenere relazioni tossiche (quelle in cui l’interazione non è sana, e in cui magari proprio chi ha subìto il trauma si comporta in modo tossico verso l’altro malcapitato);
3. Congelarsi/bloccarsi
Quella di bloccarsi è una reazione difficile da individuare perché poco visibile, non desta attenzione:
-isolamento (spesso accompagnato con: “Mi sento un po’ così, ho bisogno di stare per conto mio”),
-fatica di prendere le decisioni (spesso sbrigativamente liquidata con l’etichettamento di essere indecisi),
-procrastinazione (il più delle volte giudicata semplicemente pigrizia, il che aggiunge l’ulteriore difficoltà a quella che ha causato la procrastinazione, ovvero il trauma non elaborato);
4. Vittimizzarsi
Una delle modalità più subdole, perché largamente ritenute “normali” o a volte persino virtuose:
-autocritica eccessiva,
-tendenza a sacrificarsi,
-entrare e intrattenere le relazioni tossiche (in cui si è sempre nel ruolo di chi subisce).
E tu, noti qualcosa in te che potrebbe indicare bisogno osservarsi più da vicino? Usi spesso la parola trauma? Condividilo nei commenti!