Araba Fenice

Non è mai abbastanza parlare di questo tema, le festività pasquali sono sempre un’occasione di ricordarcelo…ha a che fare con le difficoltà delle quali la vita è piena.

Il desiderio di rinascere di solito sorge dopo un’esperienza che abbiamo vissuto come traumatica o comunque difficile. A volte dopo un periodo di “ibernazione” in cui ci siamo letteralmente ritirati dal vivere attivamente la vita. Nelle persone più consapevoli è spesso il frutto di una decisione cosciente e slegata dagli avvenimenti esterni, dove ogni giorno è un giorno giusto per rinascere. In ogni caso, si tratta di un bisogno che di solito ci è chiaro: di cambiamento.

Molti cercano di cambiare esclusivamente attraverso mezzi esterni. Questo può funzionare per un po’, ma il cambiamento permanente può derivare solo quando interiormente decidiamo di farlo.

Cosa vuol dire questo?

In primo luogo, assumersi la responsabilità per le nostre creazioni della vita vissuta fino a quel momento, il che spesso significa non soccombere a una prospettiva di vittima. Diciamocelo chiaro: il ruolo della vittima ha un sacco di vantaggi: deresponsabilizza, soddisfa il nostro bisogno di drammaticità, ci assicura la compassione degli altri, ci lascia una presunta posizione di “vantaggio” rispetto al nostro “carnefice”, predispone gli altri a mettersi al nostro servizio…

Ma in realtà si tratta della ripetizione di uno schema mentale negativo, spesso dettato dalla paura, estremamente limitante per noi e potenzialmente anche per chi ci circonda, in quanto lascia spazio per la manipolazione degli altri (più o meno consapevole) ai fini di dirigere il loro comportamento a nostro vantaggio. Spesso la negatività è mascherata da comfort, e in questo caso lo è. Invece di farci crescere, ci fa regredire.

Possiamo decidere di interrompere lo schema del dramma e lasciare la ripetizione infinita di negatività. L’adrenalina del dramma lascia i postumi a volte troppo tossici per giustificare l’utilità della sua esistenza. Possiamo tracciare dei modelli e creare nuovi percorsi della nostra mente volti a diventare positivi.

È possibile. Se cominciamo a danzare una danza gioiosa con i nostri pensieri, la negatività non avrà più spazio e se ne andrà, poco alla volta, semplicemente perché non tollera la gioia.

Volgiamo i pensieri a quel che ci fa stare bene. Pensiamo ai bei ricordi, alle persone che amiamo (se si tratta di un amore non ricambiato, concentriamoci comunque sulla nostra sensazione piacevole, di provare amore, il ché di per se è un dono bellissimo), ai cibi che ci piace mangiare, al nostro animale domestico che amiamo, ai film che ci piacciono, alla musica che ci fa commuovere, ai luoghi che amiamo, a quello che ci appassiona fare, alle nuove esperienze che potremmo vivere, ai progetti che possiamo avviare, ai nostri sogni nel cassetto…

Le opportunità sono infinite.

È un nuovo giorno. Ricordiamocelo ogni mattina.

Decidete di renderlo bello. Non importa quanto ci riuscite.

Respirate.

Ricordatevi che il passato non esiste, se non nei vostri pensieri. Il futuro ancora non esiste, se non nei vostri pensieri. Lo state creando con quello che pensate oggi. Ora.

Assicuratevi di stare facendo un buon lavoro. Di lavorare per il futuro migliore.

Si rinasce ogni giorno. Perché non oggi?

E tu, quale pensiero decidi di formare ora nella tua mente? Dimmelo nei commenti!