sessoL’estate è considerata, a ragione o torto, la stagione in cui si parla (o pensa) di più del sesso: i corpi scoperti, il sudore sulla pelle, il caldo, la vitalità aumentata per via dell’energia solare, le giornate più lunghe, l’eccitazione delle novità in vacanza…diciamo che i sensi sono maggiormente stimolati – esteriormente. E sottolineo, esteriormente.

Le coppie si sentono minacciate dal rischio tradimenti, e generalmente si crede che sopratutto i single sono in cerca d’avventure. Ci si sente invitati, quasi autorizzati, dalla signora Estate ad almeno una bella avventura. Il sesso è il cosiddetto “argomento hot” dell’estate (una stagione hot).

Al di là di queste considerazioni scherzose o meno, la domanda che sorge – da farsi tra sé e sé – è solo una ed è tutta interiore:
Come va la mia vita sessuale?

Pare che sia sempre più presente nelle camere da letto il cosiddetto “calo del desiderio sessuale”, chiamato anche “anoressia sessuale”, che viene spesso scambiata per noia, crisi di coppia, abitudine, differenza tra i partner nella tempistica sessuale e nelle preferenze, mancanza di tempo, stress nella vita/lavoro, il cambio del peso del partner e tanto altro.

In realtà, si tratta di una disfunzione, che ha le stesse caratteristiche, a livello psichico e comportamentale, dell’anoressia nervosa. Pare che ne siano colpiti maggiormenate gli uomini, mentre le donne ne soffrono in percentuale minore.

Come nel caso dell’anoressia alimentare, il sintomo (il comportamento problematico) è solo una spia che indica il disagio profondo, riguardante tra l’altro i livelli base dell’autostima. Ovviamente, va affrontato il disagio; cercare di “correggere” il sintomo in sé non può esssere sufficiente né risolutivo.

Molte persone, single o in coppia, cercano di risolvere il problema del calo del desiderio ricorrendo al materiale pornografico.

Chiaramente, questa è una modalità palesemente “esteriore” (tipica della nostra contemporaneità, concentrata sull’apparenza), basata sul fare. Mentre il sesso ha poco a che fare con il fare (quanto mi piacciono i giochi di parole!), ed è una questione legata alla dimensione interiore dell’essere umano. Mi sono imbattuta di recente in una frase, di cui non so chi sia l’autore, che riassume bene la natura del sesso: “La sessualità è un essere, non un fare”.

Lo so, lo so…con queste affermazioni sto scatenando la disapprovazione più o meno esplicità di una grossa fetta dei lettori.

Chiariamo subito: non ho alcun pregiudizio verso il materiale pornografico; come si dice, “i gusti sono gusti” e, si sa, de gustibus non disputandum est. Se utilizzato sporadicamente, può fungere da stimolo per esplorare i sentieri nuovi. Se entrambi i partner sono consenzienti, nel sesso non esistono i tabù. Ma parlo della sessualità dell’essere, appena nominata, non quella del mero fare.

Chiariamo subito però: la pornografia è uno stimolante, e come tutti i stimolanti può provocare la dipendenza. Parlo dell’uso regolare, non sporadico (un conto è fumarsi una sigaretta ogni tanto, un conto farlo tutti i giorni nella misura di un pacchetto; lo stesso vale per un’abbuffata alimentare, le tazzine giornaliere del caffé, un bicchiere dell’alcolico, ecc.). L’utilizzo massiccio della pornografia e l’anoressia sessuale sono strettamente collegati, e si alimentano a vicenda.

Infatti, «l’impotenza da porno» nella quale l’uomo sperimenta sessualmente la preferenza del porno piuttosto che di una donna è un fenomeno reale e in crescita (l’uomo, perché sono gli uomini ad essere maggiori consumatori della pornografia, ma naturalmente si estende anche alle donne consumatrici).

Beh, con l’introduzione della parola “impotenza” (un vero e proprio spauracchio per tutti) forse cominciamo a vedere la pornografia in una luce meno attraente da quella consueta della trasgressione. A proposito, rivediamo i nostri concetti: è incredibile per il secolo in cui ci troviamo a vivere, ma una buona percentuale delle persone considera perfino il sesso in sé una trasgressione. Ma quello è un argomento a parte.

Donald L.Hilton Jr, uno stimato neurochirurgo della University of Texas, si è dedicato allo studio scientifico e sociale del fenomeno ed ha illustrato gli effetti devastanti dovuti all’impatto della pornografia sul cervello umano.

Il sesso in sé, come tutte le attività piacevoli, può diventare l’oggetto di dipendenza (esattamente come quella dalle droghe, alcol, cibo, gioco…) – ovviamente, solo se ridotto alla dimensione esteriore, spogliato dal suo nucleo interiore, sostanziale. La pornografia è una potente droga cerebrale. Punto.

Vi siete mai chiesti come mai si arriva nella nostra contemporaneità a produrre e consumare il materiale pornografico sempre più deviato (non voglio addentrarmi nei dettagli)?

Beh, nel tempo ci vuole la droga sempre più forte per produrre lo stesso effetto, senza contare gli effetti collaterali: compulsività, impulsività, labilità emotiva, scarsa capacità del giudizio, comportamento distruttivo… Senza contare i danni nei confronti delle aspettative (falsi miti) che si creano in materia di “prestazioni sessuali”: se non si è perennemente “affamati”, sempre pronti, instancabili e multiorgasmici, si è considearati sessualmente “sfigati”. Insomma, sesso come ginnastica. Sport agonistico. Un dovere.

Si tratta invece di una modalità fisica per esprimere e sperimentare l’amore. Niente di più e niente di meno. Infatti, il sinonimo del sesso è “fare l’amore”. L’amore appartiene alla dimensione intima dell’essere umano, ed è per questo che si stenta a parlare del sesso (e non perché sia una trasgressione).

Un buon sesso presuppone ed include l’intimità. L’intimità ha a che fare non tanto con lo spogliarsi dei vestiti quanto con lo spogliarsi delle maschere che abitualmente indossiamo nella quotidianità in contesti sociali. Essere in contatto con la propria interiorità. L’intimità presuppone “l’essere qui ed ora, con te“: sentire, giocare, esplorare. Dimensione ludica. Giocare e godersi il gioco. Ri-creazione = creare di nuovo sé stessi, esplorare la nuova versione di se stessi… Il sesso ha a che fare principalmente con la creatività.

Adesso, sinceri: da 1 a 10 quanto considerate creativo il sesso porno?

Le donne sono minori consumatrici della pornografia perché hanno un maggiore contatto con la propria interiorità e quindi vivono più facilmente il sesso attraverso l’intimità e non come una ulteriore fuga da essa, facendolo meccanicamente. Vivere l’intimità attraverso il sesso è ben altra cosa dal semplice coito, all’insegna della conoscenza sempre più approfondita di se stessi e del partner.

Suggerisco un gioco utile a riflettere sulla propria sessualità interiore e riscoprire il proprio potere ri-creativo (sia per i single che per chi è in coppia):

Prendete un foglio di carta e dividetelo in due colonne. In cima ad una scrivete “Quando penso all’amore penso a…” ed in cima all’altra scrivete “Quando penso al sesso penso a…” Annotate tutto quello che vi viene in mente: parole, immagini, fantasie, associazioni, ricordi…senza pensarci troppo. Poi prendetevi del tempo a riflettere cosa significa per voi ciascuna delle cose che avete scritto, comparate due colonne, osservate le similitudini e le differenze…insomma, giocate! Potrete arrivare a qualche interessante scoperta.

E tu? Come va il sesso? Aspetto i tuoi commenti!