Oltre all’amore, libertà è forse tra i temi più gettonati degli esseri umani… e i più discussi, con conseguente confusione generata dai pareri contrastanti.

Difficile trovare un punto di vista, una definizione, che soddisfi tutti, e non appena se ne trovi una subito spunta qualcosa che rimette tutto in discussione.

Dare una risposta univoca alla domanda che cos’ è l’amore è difficile tanto quanto alla domanda che cos’ è la libertà. Acclamati e sospirati, entrambi concetti sono tuttavia i meno chiari e forse al dunque i più rinnegati sul terreno concreto della vita.

Il fatto è che tutte le cose molto desiderate in fondo spaventano molto. E questo è vero in misura direi maggiore quando si parla di libertà piuttosto che quando si parla dell’amore. E, guarda caso, entrambi concetti hanno a che fare con il piacere.

La libertà si avvicina etimologicamente al piacere: libare, libidine; e anche alla fratellanza, alla famiglia, alla pace: in latino i “liberi” sono i figli, e ancora oggi le liberalità sono i doni incondizionati.

Antico termine lub-ere aveva il significato di far piacere, aggradare; essere volenteroso, con il rimando alla parola volere; che ha il godimento della sua persona; che fa o può fare da sé, a piacere; ed anche eliminare qualcosa che ostacola i propri interessi.

L’etimologia della parola libertà è da ricondursi al latino libertas, a sua volta derivata da liber = uomo legalmente libero, ovvero il contrario del servus, lo schiavo.

Nell’antichità, quello che per noi oggi è il diritto di fatto, non era affatto scontato: si poteva nascere sia liber, sia servus ed essere relegati per tutta la vita alla stessa condizione, salvo rare eccezioni. Fa riflettere il fatto che libertà abbia la stessa radice lib- contenuta in altre parole come liberalità, libidine, libare tutte parole che rimandano all’idea di piacere, di gradimento.

Libertà è quindi la condizione di chi può decidere a suo piacere della propria persona, di chi può godere della propria autodeterminazione; autonomia, nel senso lato. È la capacità di agire senza costrizioni, poter pensare, fare, distinguere tra ciò che è giusto e/o ciò che è sbagliato, tra bene e/o male. “Libero arbitrio” è nell’immaginario spesso confuso con l’idea che la libertà consistesse nel fare tutto quello che si vuole, con sfumature anarchiche.

Il che non è sbagliato come concetto, ma c’è una clausola: fare conti con le conseguenze. E qui arriviamo al punto dolente, riassunto efficacemente in questa frase di George Bernard Shaw:

“La libertà significa Responsabilità: ecco perché molti la temono.”

La libertà ha un prezzo, alto quanto quello della schiavitù. Il punto dolente sta nel fatto che l’essere umano spesso e volentieri fa acqua quando arriva alla voce “prezzo”, e vorrebbe, come recita il detto popolare, “la botte piena e la moglie ubriaca”.

Per questo motivo “l’uomo è nato libero, e dappertutto è in catene”, per citare un altro dei teorici che si sono dedicati a questo tema, Jean Jacques Rousseau nel suo libro “Il contratto sociale”.

Secondo Rousseau, non è possibile che un individuo scelga di alienare la propria libertà, e con essa tutti i suoi diritti, all’arbitrio di un altro senza che sia uscito di senno. Perché degrada l’essere stesso dell’uomo, è incompatibile con la sua natura.

Eppure, mano sul cuore, chi è che non lo fa?

Ed anche tanto, nella società in tutti gli effetti democratica. Mi riferisco alle singole situazioni di quotidianità, apparentemente banali (ma noi che siamo sulla strada della crescita personale sappiamo che nulla è banale), per arrivare alle elezioni pubbliche, simbolo della democrazia. Ecco, la risposta alla domanda perché una fetta consistente delle persone rinunci di fatto ad esercitare la libertà di scelta nelle questioni sociali sta nella loro rinuncia alla libertà di scelta in quelle “cosucce” banali nella quotidianità.

Ed è la scelta, oltre alla responsabilità, un’altra parola chiave che bisogna prendere in considerazione quando parliamo di libertà; ne abbiamo parlato in vari post (sul decidere, sull’indecisione, sulla zona di comfort, sul cambiamento, sull’empowerment, sulla rinascita, sulla trasgressione, sulla Legge di attrazione, sulla creatività…).

Le cose stanno così: la vita ci mette continuamente di fronte alle limitazioni!

Sta a noi subirne passivamente o essere più forti delle limitazioni, spingendoci oltre e liberare l’energia contenuta nei limiti. In un primo momento può essere scomodo (anzi, lo è sempre, finché non allarghiamo notevolmente la nostra zona di comfort), ma la libertà raccolta come frutto può spingerci ad un nuovo livello di partecipazione e aumentando la nostra azione far crescere di rimando la nostra libertà, nel senso fisico e psicologico.

Fin dalla nostra infanzia siamo sottoposti ad una programmazione continua: i nostri genitori, il condizionamento sociale, le convinzioni, i pregiudizi, i giudizi, i luoghi comuni, le punizioni, le nozioni ed i comportamenti che vengono ritenuti socialmente accettabili.

Tutto ciò che è frutto della pura libera espressione e della creatività (nel senso di costruzione del proprio modo di essere e di vivere la vita) spesso non è considerata accettabile. Se faccio il bravo, mi adeguo, seguo le regole ed i condizionamenti avrò dei premi. Ma i premi hanno un effetto di soddisfazione transitoria e superficiale, essendo basati sulla motivazione di voler evitare il dolore e non su quella di provare piacere. Questi meccanismi producono carenza di libertà interiore ed esteriore, e l’infelicità.

Sì, il prezzo che si paga rinunciando alla libertà è l’infelicità.

Da sottolineare un’altra, terza parola chiave quando parliamo di libertà: la disciplina.

Senza essa non siamo in grado di portare a termine le nostre scelte e di prendersene la responsabilità. Se sono in balìa dei miei istinti prendendo per libertà la condotta scellerata (che ha sempre per conseguenza il danno a se stessi o agli altri), invece di essere un’espressione creativa e proattiva della vitalità, ne divento schiavo. Ma è un argomento da approfondire ulteriormente.

E tu? Cosa ne pensi della libertà? Quanto la senti presente nella tua vita? Aspetto i tuoi commenti, dopo aver visto il video di Manuel Evangelista che ci segue sempre “Chi sei?”.