Chi si occupa di crescita personale sa quanto spesso parliamo dell’importanza di agire.

Infatti, uno dei punti più critici della maggioranza delle persone è la difficoltà di “passare ai fatti” (anche quando si hanno le idee chiare su cosa si vuole fare o cosa è necessario, figuriamoci quando si è confusi).

Non a caso, il proverbio “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” è tra i più conosciuti, anche come commento del comportamento degli altri quando mancano le azioni che avrebbero dovuto seguire le parole.

Ma non sempre fare qualcosa è la mossa giusta.

Quanto è importante saper agire, tanto è importante saper non agire.

Ecco alcune situazioni in cui è necessario saper stare fermi:

1. Quando non si ha una sufficiente capacità di agire – a volte ci mancano le competenze o la forza che servirebbe per affrontare una certa situazione, ed è saggio pazientare posticipando l’azione finché non si raggiunge il livello giusto;

2. Quando è necessario prima capire a fondo la situazione per scegliere la strategia giusta – alcune persone si gettano impulsivamente nell’azione, più o meno alla cieca, sperando di incappare nella soluzione giusta per caso o per prove ed errori. Ma in alcuni casi questo può essere controproducente. Se la situazione non richiede espressamente una rapida azione, è meglio prendersi tempo per comprendere meglio la situazione nel suo insieme;

3. Quando si è troppo stanchi – riposarsi a volte lo consideriamo una perdita di tempo, specialmente se siamo alle strette con una scadenza. Però è un grande errore portare il corpo o la mente allo sfinimento. Sembra controintuitivo, ma se nel bel mezzo del caos ci concediamo il riposo e il rilassamento, l’azione che segue sarà molto più efficace e incisiva;

4. Quando si è confusi – la mancanza di chiarezza può farci agire in maniera sconclusionata e improduttiva, dove facciamo tanto per non fare niente (come quando parliamo tanto per non dire niente – anche parlare è un’azione). A volte siamo semplicemente un po’ persi oppure sentiamo bisogno di cambiare direzione, ma non sappiamo dove vogliamo andare. Quando facciamo chiarezza interiore su cosa vogliamo e stabiliamo l’intenzione precisa, segue l’azione ispirata;

5. Quando agire ci esporrebbe ad un rischio o pericolo – a volte non dire o fare niente è l’unica cosa giusta da fare (della serie “passo il turno” o “fingersi morti”). Tutto quel che diciamo o facciamo può essere usato contro di noi in alcuni contesti, e proprio quando è difficile non agire probabilmente è necessario;

6. Quando siamo di fronte ad una provocazione – le provocazioni servono per farci portare dove vuole il provocatore (o “il nostro nemico”, lo passiamo tranquillamente chiamare così in quel contesto), quindi invece di scegliere noi liberamente come agire sottostiamo al comando di come re-agire. Di fronte alla provocazione è sempre la mossa migliore non rispondere automaticamente/istintivamente, anche per darci il tempo di capire dove ci vuole portare il provocatore e perché;

7. Quando abbiamo bisogno di sviluppare la pazienza – riuscire a non agire o aspettare il momento per agire è molto difficile, perché ci mette di fronte al vuoto, che metaforicamente corrisponde al silenzio (in una conversazione o con se stessi): la maggioranza di noi non lo tollera e tende a riempirlo con qualsiasi cosa. La pazienza, inoltre, riguarda il tema della fiducia. Effettivamente, bisogna essere fiduciosi per aspettare il momento giusto di agire, certi che arriverà e che sapremo riconoscerlo.

E tu, sai riconoscere quando è il momento di stare fermi? Hai le tue strategie per riuscirci? Condividilo nei commenti!