L’inizio dell’anno nuovo è un momento emblematico per la questione dei desideri: di solito auguriamo a noi stessi ed agli altri il compimento e investiamo le speranze che ciò accada.
Ma succede anche in altri momenti significativi, come può essere un compleanno, un anniversario, un cambiamento nella vita o qualsiasi altra data da noi percepita in qualche modo come spartiacque.
Però ci sono anche quelli sfiduciati che non investono un minimo di speranze nella possibilità di cambiamento in direzione che più si avvicina a quel che davvero ci piace.
Poi ci sono quelli che nemmeno dedicano un pensiero a riflettere su quel che vorrebbero. Questo vuol dire avere un atteggiamento passivo nei confronti della vita. In altre parole, si mangia quello che si trova, e certe volte sono gli avanzi o il cibo avariato o addirittura velenoso.
Ed anche quelli che dedicano una cospicua quantità delle proprie energie a proiettare i pensieri catastrofici sul futuro, alcuni consapevolmente, altri ignari di stare facendo proprio quello ed altri ancora quasi fieri di farlo.
Avviene per una sorta di meccanismo di difesa (leggi l’articolo sulla differenza tra proteggersi e difendersi), per il quale se ci siamo delusi una o più volte della mancata realizzazione di qualcosa in cui abbiamo posto le speranze, crediamo che sia meglio non sperare e non desiderare per evitare la delusione, perché tanto non si avvererà quel che vogliamo.
In altre parole, perdiamo fiducia: in sé stessi, negli altri, nella vita…e perdere fiducia è un bel danno esistenziale.
In realtà, quando perdiamo fiducia, ciò succede perché abbiamo preteso dalla vita che le cose vadano come, quando e nel modo in cui vogliamo noi (o che la vita ci dia come la mamma buona solo le cose piacevoli, e deve indovinare quali siano).
A parte che questo non sempre sia nel nostro interesse, di solito non riflettiamo sul fatto quanto sia nel nostro interesse non ottenere quello che volevamo.
Ma la cosa fondamentale su cui manchiamo di riflettere è: io so che cosa davvero voglio? Dove voglio dirigermi? Che tipo di esperienze voglio fare?
In altre parole, nessuno si sognerebbe di entrare in un taxi e dire: “Mi porti gentilmente a casa di Giuseppe.” ma direbbe l’indirizzo esatto del luogo. E come mai ci aspettiamo che la vita ci porti in una certa destinazione senza che glielo chiediamo?
Eppure la buona parte di noi fa proprio questo. E che lo faccia, non è rimproverabile, è una scelta anche questa.
Ma il problema è quando ci si arrabbia nei confronti della vita e le si dà della ingiusta perché ci ha portati in una certa destinazione a suo piacimento, visto che noi non abbiamo specificato. In altre parole, manchiamo di chiarezza e incolpiamo qualcun altro per questo.
Ecco, è necessario dire chiaro e tondo cosa vogliamo. Dirlo prima di tutto a se stessi. Altrimenti non possiamo dirlo a nessun altro, tanto meno alla vita.
Nessuno può farlo al posto nostro. Perché la nostra vita è solo nostra.
Quando eravamo bambini i nostri genitori lo facevano per noi, ma perché ne avevano la responsabilità, essendo noi dipendenti da loro per la sopravvivenza. Una volta cresciuti, questo non è più valido. E non abbiamo scuse per continuare ad aspettarcelo, sia dai genitori o, come già detto in precedenza, considerando la vita una mamma metaforica.
Cosa vuol dire avere la chiarezza?
Il vocabolario ci può aiutare a comprendere meglio il significato delle parole, specialmente quando le diamo per scontate perché magari le usiamo spesso. Le parole hanno un potere immenso perché indirizzano le nostre intenzioni, il dove investiamo la nostra energia. Chiarezza è qualità propria di ciò che è lucente, che lascia trapassare la luce. Limpidezza, purezza, certezza, precisione, lucidità, ordine, evidenza, che si percepisce nettamente, nitido, distinguibile, facilmente intelligibile, inequivocabile. Come contrapposto a confusione, all’oscuro, al fitto, al mescolato, ammucchiato o imbrogliato.
La chiarezza (fisicamente e metaforicamente) è la quantità di luce che illumina, e la visibilità che ne consegue.
Adesso, mano sul cuore, quanti di noi hanno la chiarezza circa i propri desideri su se stessi e sulla direzione da dare alla propria vita?
Fare luce su quel che davvero vogliamo è fondamentale! Ma gran parte di noi brancola nel buio, sperando che qualcun altro accenda la luce sul loro cammino. A volte succede anche questo (e quando succede, bisogna esserne grati) ma è sempre solo un momento limitato, se non segue la nostra attiva partecipazione e presa di responsabilità.
Ecco cosa ci impedisce di fare una cosa così semplice come quella di fare chiarezza su cosa veramente vogliamo: la responsabilità che ne consegue.
Sapere chiaramente e dire (a se stessi, agli altri ed alla vita) cosa desideriamo è responsabilizzante, ci toglie la possibilità di inventarci gli alibi perché non abbiamo poi investito le energie su quel che vogliamo e concretamente fatto qualcosa per supportarlo. Ci toglie la possibilità di incolpare per questo gli altri, l’ambiente o il destino.
Abbiamo paura della responsabilità, dimenticando che quando accettiamo la responsabilità ci riappropriamo del nostro potere. E il potere invece ci fa gola, è l’oggetto del desiderio tra i più gettonati.
La notizia buona è che tutti abbiamo la possibilità di esercitare il pieno potere sulle nostre vite. Il prezzo da pagare è l’accettazione della responsabilità. Più responsabilità accettiamo, più potere acquisiamo. Si chiama l’empowerment.
L’empowerment viene indicato come un processo di crescita, basato sull’incremento della stima di sé, dell’autoefficacia e dell’autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l’individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale.
Ecco, l’empowerment parte dalla chiarezza sui propri desideri. Sì, proprio quelli “spiccioli”, di propositi per l’anno nuovo, di sogni su un nuovo capitolo di vita che si affaccia o su cosa fare dal prossimo lunedì. Da come voglio che sia il mio aspetto fisico, di quale tipo di persone voglio circondarmi o con chi voglio spendere il mio tempo.
Allora smettiamola di essere vaghi desiderando “quello che vogliono tutti”, “di essere sempre felici”, di “tornare come prima” o “di non essere come l’anno scorso”!
Che cosa sarebbe quello che vogliono tutti? Cosa vuol dire per te essere felice? Cosa intendi per essere sempre felice? Cosa esattamente desideri da quello che c’è stato in qualche momento “prima” nella tua vita? Cosa dell’anno scorso non vuoi ripetere come esperienza e cosa invece vuoi al posto di esso? Che capacità nuove hai sviluppato grazie alle esperienze passate e quali nuove capacità vuoi sviluppare nel futuro? Che cosa vuoi potenziare nella tua vita o in te? Che cosa vuoi cambiare nel tuo aspetto fisico? Cosa vuoi fare del tuo mondo di relazioni, da quelle più intime a quelle più superficiali? Come vuoi riuscire ad affrontare le prove della vita? Cosa ne vuoi fare del piacere nella vita? Come stai ora? E come vuoi stare?
Se diciamo chiaro e tondo cosa desideriamo, abbiamo la possibilità di realizzarlo. Altrimenti non lamentiamoci di quel che ci capita.
Indirizzo preciso e scritto chiaramente, e il pacchetto sarà consegnato!
Ci vuole tempo per farlo, certo. Ci viole dedizione. Ci vuole coraggio per ammettere alcuni desideri. Ci vuole umiltà per costatare che in alcune cose stiamo messi male. Ci vuole forza per guardare in faccia alcune sconfitte o ferite ancora aperte. Ci vuole amore per sé. Ci vuole fiducia, anche se è stata ridotta a brandelli. Ci vuole energia da dedicare al fare ordine nella propria vita, a distinguere con precisione i dettagli e sbrogliare la confusione.
Ma è un investimento ben speso. Costa molto di più l’oscurità.
E tu? Lo sai dire chiaro e tondo cosa vuoi? Dimmelo nei commenti!