“Ma un giorno forse finirà! Non voglio neanche iniziare.” – quante volte abbiamo pronunciato questa frase o l’abbiamo sentita pronunciare? Riferito ad un progetto, una possibile relazione, un lavoro, un’amicizia, un’esperienza di qualsiasi tipo…diciamocelo: siamo un po’ “fissati” con il fatto che “le cose devono durare”, altrimenti non ne vale la pena.

L’impermanenza, ovvero il concetto che tutto è passeggero e nulla dura in eterno, un po’ ci sta antipatico.

Ma perché?

Uno dei motivi è senza dubbio il nostro rapporto irrisolto con i concetti di perdita, abbandono, separazione, distacco, che a sua volta ha a che fare, a livello più profondo, con i concetti di cambiamento e in fin dei conti con l’ignoto.

L’ignoto spaventa la maggior parte delle persone, al punto di scoraggiare e bloccare gran parte dei desideri che, se realizzati, porterebbero alla crescita (in primis interiore, ma anche a livello visibile) e favorirebbero l’evoluzione a tutti i livelli.

Uno dei temi di crescita personale è il lavoro sul cambiamento, in questo caso voluto, cercato, strategico e realizzato con sistematicità.

Proprio l’opposto dell’abitudine diffusa a livello di massa, di mantenersi all’interno della propria zona di comfort all’infinito.
Intendiamoci, la zona di comfort non è il male in assoluto: in una certa misura è necessaria per creare la base di stabilità e per economizzare il tempo e l’attenzione. Ma il suo eccesso è nocivo.

In fondo, la vita stessa è governata dalla legge dell’impermanenza. Come mai allora stiamo sul piede di guerra con qualcosa che così profondamente fa parte di noi?

Ci sta antipatica sostanzialmente perché consideriamo solo i suoi lati negativi: instabilità, difficoltà temporanea, richiesta di attenzione maggiore, imprevedibilità, impossibilità di controllarla o il dolore della fine di qualcosa di piacevole.

Vediamo di rinfrescare la consapevolezza su qualche lato positivo dell’impermanenza:

1. Ci permette di svilupparci attraverso il cambiamento – Diciamoci la verità: se il finire le cose, rapporti le fasi della vita, non ci fosse, difficilmente sceglieremo di cambiare anche quando si tratta di condizioni difficili e a volte insopportabili;

2. Ci permette la gioia di iniziare qualcosa daccapo – Non possiamo negare che la sensazione di iniziare qualcosa di nuovo ha in sé la grinta, l’entusiasmo e la freschezza della primavera;

3. Ci libera dalle cose, persone, situazioni che non sono più adatte a noi – Molte cose vengono nella nostra vita perché ci sono utili o semplicemente congeniali per quel momento della nostra vita, ma ad un certo punto non lo sono più per varie ragioni, e noi di solito non siamo in grado di coglierle, a meno che non lavoriamo consapevolmente su noi stessi attraverso le riflessioni, letture o un lavoro mirato con un coach o altea figura di aiuto;

4. Ci libera dalla noia – Difficilmente ci accorgiamo che certe dinamiche presenti nella nostra vita sono per noi semplicemente inadatte, o dall’inizio o per le sopraggiunte modifiche avvenute nel frattempo;

5. Ci infonde la motivazione rinnovata – Anche quando il cambiamento non è desiderato, ci dà sempre una “scossa” e risveglia la motivazione sopita e ci fa porre gli obiettivi nuovi da raggiungere;

6. Fa scoprire le nostre risorse inesplorate o ancora inespresse – Quando abbiamo necessità di adattarci alla situazione cambiata scopriamo sempre i lati sconosciuti di noi, che il più delle volte fanno parte della nostra natura più autentica;

7. La consapevolezza che, se tutto finisce,  anche i nostri problemi finiranno – Questo a volte può essere l’unico punto di luce che ci dà la speranza di resistere nelle situazioni davvero difficili.

E tu, che rapporto hai con l’impermanenza? Hai individuato qualche altro sua lato positivo? Condividilo nei commenti, potresti essere ispirante per qualcuno!