Tutti abbiamo qualcosa che ci è difficile. Ma reagiamo in diversi modi: c’è chi lo rifugge e cerca di evitare in tutti i modi, c’è chi si butta a capofitto proprio là, c’è chi cautamente va a studiare cosa può fare, c’è chi aspetta che qualcosa lo costringa a misurarsi con questa difficoltà, c’è chi con pazienza lavora su di sé per superarlo.
Stiamo parlando delle sfide. Tutto ciò chi ci è difficile è una sfida per noi.
Interessante è notare che il significato della parola sfidare è “invitare l’avversario a battaglia”, e che si tratta dell’espressione che non ammette replica né dubbio. Ma anche che si tratta della fede nella propria virtù. E lo sfidàto significa “che non si fida”, quindi sfiduciato.
Confesso che non avevo mai messo in connessione la sfida con la fiducia. Ma, ora che ci rifletto, effettivamente i concetti sono strettamente collegati.
Quando ci succedono quelle situazioni in cui la vita ci mette di fronte alle situazioni “impossibili”, è davvero una battaglia che siamo chiamati a fare senza poter replicare. Della serie “o lo fai, o lo fai”.
E, se ci riflettiamo, questo succede sempre quando noi non crediamo di poter fare qualcosa: non ci fidiamo di noi stessi, della nostra capacità, della nostra virtù. Quindi, è il nostro essere sfiduciati in noi stessi che crea la sfida.
In sostanza, la vita ci sta dando l’opportunità di liberarci dalla sfiducia in noi stessi attraverso le sfide da affrontare, premurandoci di farle il più possibile inevitabili. Se non ci fosse la sfiducia, non ci sarebbe bisogno della sfida.
Come ci sentiamo quando affrontiamo le sfide e magari riusciamo a superarle (certe volte anche brillantemente)?
Io personalmente mi sento rinnovata e rinforzata. E questo a prescindere da come sia andata la “battaglia”, e nonostante le eventuali “cicatrici” e “lividi”: è proprio l’effetto di averla affrontata. Se poi riesco anche a superarla, ed essere pure eccellente, è la ciliegina sulla torta! L’autostima sale di quota. La fiducia anche, in tutte le sue sfumature. Affrontare le sfide è l’empowerment puro.
Come ci sentiamo, invece, quando scappiamo da una sfida?
Credo che tutti noi abbiamo ricordo di qualche episodio simile, e, anche se siamo riusciti a “svignarcela” e passare indenni o addirittura con qualche vantaggio più o meno grosso, a lungo andare iniziamo sentire un certo “amaro in bocca” o inquietudine, che può arrivare all’inquietudine esistenziale. Come se qualcosa in noi si fosse spezzato o sfilacciato, e la nostra struttura interiore si indebolisce: abbiamo confermato la nostra sfiducia in noi stessi, non ci siamo fidati di avere le capacità e le virtù necessarie, né abbiamo fatto nulla per svilupparle. E l’autostima? In caduta, più o meno libera.
Quella, delle sfide da affrontare, non è mai una questione semplice né facile.
Proprio per questo è di grande importanza. Tanto più importante, quanto piccole e banali sembrano le nostre sfide inserite nel bel mezzo della quotidianità. Discernere che cosa è esattamente la nostra sfida non è sempre semplice, ed anche questo fa parte della crescita.
Ognuno ha la sua, molto personalizzata. Le nostre sfide sono i compiti nella scuola della vita e, a seconda di come le gestiamo, veniamo “promossi” nel grado di evoluzione successivo, o “rimandati”. Fino a che non sviluppiamo la virtù che la vita ci chiede e non costruiamo la fiducia. Anche questo è un’allenamento. E’ in gioco la qualità della vita.
Sarebbe saggio farsi qualche domanda:
Qual è la tua sfida del momento?
Riesci a riconoscerla e a riconoscere in che modo la gestisci?
Hai le tendenze che noti come abituali? Evitarle, buttarcisi dentro, abbandonare quando il gioco si fa duro o perseverare fino alla fine della “battaglia”?
Ritieni che la tua tendenza, se l’hai individuata, va bene e ti sta bene che continui così, o vorresti cambiare qualcosa?
Cosa cambieresti nel tuo modo di affrontare le sfide?
Vorresti tu consapevolmente sfidare qualcosa?
Se hai le riflessioni e le esperienze da condividere anche con noi nei commenti, forse potrebbero essere utili a qualcuno! Ti sfido a farlo!