Alcune persone si differiscono dagli altri per avere una caratteristica predominante durante le loro conversazioni: il vittimismo. Continuano ad incolpare gli altri, le circostanze, la sfortuna per i loro problemi. A mio parere si tratta di un modo inconsapevole di pretendere attenzione ed affetto. Assumersi la responsabilità per la propria vita è la via d’uscita da quel cerchio.

Focalizzare le lamentele

Fare la “vittima” è la caratteristica fondamentale di alcune persone che hanno spesso l’atteggiamento di coloro che si lamentano di tutto e tutti invece di iniziare a sistemare le cose, preferiscono continuare ad essere vittime indifese invece di iniziare ad agire per trovare le soluzioni ai problemi o al loro malessere.

Le “vittime” tendono a pensare che sono gli altri che si comportano male ed andrebbero puniti per ciò che subiscono, sono gli altri la causa per cui la loro vita non funziona. Queste persone sono focalizzate nel vittimismo e le loro lamentele diventano il metodo standard per comunicare e relazionarsi con gli altri.

Il meccanismo inconscio

Di fronte a queste persone, ci sentiamo molto a disagio, in quanto agiscono come dei vampiri di energie! Sono persone che comunicano sempre il “povero me”, come se non potessero fare mai nulla per cambiare la situazione. Hanno una posizione di opposizione agli altri, perché, secondo loro, di solito sono gli altri che devono cambiare il comportamento.

Molte volte, ci sentiamo in dovere di salvare le “vittime”, perché stanno soffrendo molto. Quindi, il modo più diretto per aiutarle apparentemente, è risolvere i loro problemi o farsi carico della loro vita.

Dall’altra parte, le “vittime” credono di avere il diritto di essere prese in considerazione ed ottenere ciò che vogliono, perché stanno soffrendo molto: spesso piangono e si disperano. Sono convinte che meritano tutta l’attenzione, la cura ed i privilegi a causa della loro sofferenza.

In definitiva, questo comportamento finisce per causare fastidio e stanchezza delle persone intorno a loro e, a loro volta, le fanno diventare più vittime di queste reazioni, lamentandosi ancora di più. Si tratta di un circolo vizioso che si autoalimenta. Questo meccanismo è incoscio e perverso, generalmente se tenti di spiegare ad una “vittima” il suo problema, egli probabilmente negerà tutto.

Scopri chi sei

Il meccanismo del vittimismo ha spesso origine nell’infanzia, probabilmente perché c’era una situazione in cui la persona coinvolta è stata negata di qualcosa: spesso affetto, riconoscimento e considerazione, forse non è stata mai rivestita della propria identità ed autostima.

Di solito sono persone che hanno subito una vera e propria mancanza di affetto e, da questa esperienza hanno sviluppato l’idea che “non valgo abbastanza” oppure “non merito”. Ma nella loro crescita, incentrano la loro attenzione sempre su ciò che non hanno, oppure ciò che hanno perso e la loro mancanza, lamentandosi con gli altri all’esterno.

Questo atteggiamento, piuttosto che ottenere aiuto e sentirsi meglio, impedisce di risolvere la situazione e, allo stesso tempo, non ottenere amore e rispetto di cui hanno bisogno.

Per uscirne da questo schema, bisogna agire sulla responsabilità della nostra vita, che tu lo voglia o no, in questo momento è tutto nelle tue mani e se vogliamo amore, non si può mai pretendere, ma “scoprirlo” e condividerlo proprio quando meno te lo aspetti! Inizia a dare invece di pretendere di avere!

Così, il miglior antidoto per vittimismo è assumere le proprie responsabilità e agire di conseguenza.

Forse ci saranno situazioni di vita difficili, ma ciò che fa la differenza tra rimanere bloccati o crescere è diventare padroni della nostra vita, prendere in mano il nostro destino, avere il giusto atteggiamento di fronte alle difficoltà. Possiamo interpretare il “vittimismo” come una forza esterna, senza alcuna possibilità di intervento da parte nostra, oppure come un’opportunità per imparare qualcosa su noi stessi e il mondo.

Cambiare prospettiva

La “vittima” è riconosciuta come una persona difficile, in quanto è un individuo che ha pensieri negativi per lungo tempo, e un cambiamento radicale di prospettiva è necessario. Così, un passo positivo ed ottimistico è necessario per trovare la giusta evoluzione.

Riconoscere i sintomi

Sappiamo che chi si comporta in modo “vittimistico” utilizza la maggior parte delle conversazioni intorno all’accusa: c’è sempre la colpa di qualcuno ed è per quello che fanno gli altri, si pensa che non è possibile fare nulla per cambiare la situazione, si crede che l’unica soluzione al problema è che gli altri cambiano, si nota che cosa si manca e mai cosa si ha o si possiede, praticamente, si vede il bicchiere sempre mezzo vuoto, non mezzo pieno.

Imparare a vedere il positivo

Se ti concentri su ciò che non hai e non ottieni dalla vita, su tutte quelle azioni che gli altri non si compiono, è probabile finirai per sentirti infelice e miserabile.

E la tua felicità?

Scrivi una lista delle tue abilità per ottenere ciò che vorresti, ciò che in qualche modo ti rende felice.

Accusare gli altri e lamentarsi, ti lascia in uno stato di passività, provocandoti l’incapacità di agire. Se responsabilizzi te stesso, il tuo corpo, la tua mente e il tuo mondo, vedrai che non c’è tempo e spazio per le lamentele, in quanto le energie necessarie ti serviranno per fare!

Quando la vita ci ha trattato male, abbiamo sofferto, crediamo di avere il diritto di meritare più attenzione di altri. Questo atteggiamento può diventare pretenzioso e ferire gli altri per ottenere ciò che vogliamo, basandoci sulle aspettative verso gli altri. In tal caso, senza rendercene conto, siamo in grado di comportarci allo stesso modo con chiunque ci abbia causato dolore, stabilendo la dura “legge dell’occhio per occhio, dente per dente!”

In definitiva, il perdurare di questo atteggiamento ci allontenerà dalla responsabilità della nostra vita, che è l’unica strada per la crescita personale.

Definire cosa vuoi

Incontrando centinaia di persone, posso dire che la maggior parte della gente, impiega il proprio tempo analizzando ciò che non vuole rispetto a ciò che piace e desidera.

Se sei anche tu orientato a vedere ciò che non vuoi dalla vita, fai uno sforzo per definire te stesso: definisci le cose che ti piacciono e che cosa vuoi per la tua vita.

Scrivi su una pagina come vorresti la tua vita, impegnati a scrivere e registrare caratteristiche positive e non soltanto cose negative.

L’azione

Una volta che sai quello che vuoi dalla tua vita, esegui le azioni necessarie per ottenere quello che vuoi. Sicuramente troverai mille ragioni per cui sarebbe meglio non fare nulla e rimanere fermi, ma non avrai crescita in questo modo, perché ricordati che “tutto ciò che non cresce, muore”.

E tu sei una persona che fa la “vittima”, dimmelo nei commenti.