Siamo in piena estate, e l’estate è per i più il sinonimo delle vacanze. La maggioranza delle persone progetta o almeno sogna (ma teniamo in mente che sognare è in tutti gli effetti un modo di progettare, sebbene maggiormente nella fase preparatoria) dove andrà o cosa vorrebbe fare di diverso rispetto a quello che di solito fa.
La parola proviene dal latino vacantia, con il significato “essere libero”, “esser vuoto”. Nell’accezione comune viene quasi equiparata alle parole riposo, svago, pausa, stacco. Si considera il periodo più o meno lungo di distacco dalle proprie ordinarie occupazioni.
Perché ci piace viaggiare? Per il gusto del cambiamento. Per sperimentare la diversità. L’essere umano tra i vari bisogni, ha necessità di cambiamento tanto quanto della stabilità.
La quotidianità per la maggioranza delle persone è un compendio delle abitudini: il consueto ritmo di vita, luoghi e persone da frequentare, comportamenti adottati… Insomma, per la maggioranza di noi la quotidianità è tutta una grande zona di comfort. Sebbene una certa dose di abitudini faciliti e semplifichi la vita, permettendoci di risparmiare le energie per i compiti particolari e per i nuovi apprendimenti, sappiamo che facilmente ci si diventa gli schiavi delle abitudini… e liberarsi è tutt’altro che facile.
E poi, siamo sinceri, quante energie utilizziamo davvero per i nuovi apprendimenti? Chiariamo: non tutte le abitudini sono dannose. Certe abitudini sono utili e auspicabili per la nostra prosperità, tra le quali per esempio praticare la gratitudine, coltivare la capacità di cogliere i lati positivi in ogni situazione, fare ogni giorno qualcosa in modo diverso. Ci sono abitudini che ci fanno crescere e quelle che ci limitano.
Per liberarci dalle abitudini limitanti e costruire quelle positive è necessario interrompere la catena dei soliti comportamenti, perché il solito ritmo ci induce a perpetrarli. Quale periodo è migliore della vacanza per un’azione del genere? Intendiamoci, non è necessario andare alle Tenerife per farlo (non provateci ad usarlo come scusa!), si può fare benissimo anche restando a casa.
Il punto facilitante sta in quel “essere libero”, “essere vuoto”. Organizzare diversamente il tempo a disposizione. Il cambiamento esteriore favorisce il cambiamento interiore (e viceversa).
Il primo passo è la chiarezza dell’obiettivo.
Su quale punto pensi di essere più carente? Quali abitudini vuoi introdurre? Abitudini alimentari? Un comportamento particolare? Apprendere una nuova abilità? Imparare a Fare Marketing di te stesso?
Ritagliati un po’ di tempo per riflettere e fatti un po’ di domande.
“Che cosa è che mi disturba di più nel mio attuale stile di vita?”
“Di che cosa ho bisogno di liberarmi?”
“Che cosa voglio soltanto ridurre o modificare?”
“Che cosa voglio introdurre nella mia vita?”
Una volta chiarito che cosa è che vogliamo cambiare, la nostra attenzione si concentra su quell’aspetto. Un’avvertenza: non metteteci troppa roba! Se le cose che vuoi cambiare sono tante, scegliene al massimo cinque. Delle altre ti occuperai successivamente. Altrimenti rischi di scoraggiarti e confermare che sia inutile provarci (il classico “Tanto non ci riesco”). Ricordatevi sempre che la strategia vincente è fare dei piccoli passi. Un passo alla volta.
Da oggi.
In vacanza avrai tutto il tempo per fare i progressi senza fretta, tutto il diritto di sbagliare e ricominciare, e tutta la libertà di sperimentarti diverso dal solito comportamento.
E tu? Quale cambiamento introduci oggi nella tua vita? Dimmelo nei commenti.