Tendi spesso ad aggrapparti al passato, a persone o a situazioni, anche se soffri?

Nel corso della vita, tutti noi viviamo alcune situazioni difficili, anzi, le percepiamo come negative, le tratteniamo mentalmente e con il pensiero siamo sempre là, bloccati su quella scena o sensazione.

Ti capita spesso?

Se si, occorre fare qualcosa o sei fregato, non credi?

Che ti piaccia o no, nulla è permanente nella vita, tutto cambia e per questo quando ci sentiamo “trattenere” i risentimenti ed i pensieri negativi, abbiamo solo due opzioni:

Siamo in grado di fluire con i cambiamenti o siamo bloccati nelle relazioni, sentimenti e momenti dolorosi.

Il significato di “lasciare andare”: Smettere di focalizzarci e dare energia ad una situazione che è in qualche modo improduttiva e nociva per noi stessi.

A questo proposito, è importante notare che le cose funzionano nella legge di causa ed effetto.

Ricorda che ogni fine è l’inizio di qualcosa di nuovo, avrà un nuovo finale in cui possiamo influenzare, quindi, è importante imparare a godere il presente positivamente e piacevolmente. Gli eventi negativi sono temporanei e ci devono aiutare a rafforzare e sviluppare le nostre esperienze.

Perché allora tratteniamo e non lasciamo andare?

Tra le cose principali che possiamo trattenere sono:

Una relazione.

Questo accade quando siamo dipendenti da qualcuno, abbiamo dei pensieri negativi o errati che apprendiamo attraverso gli anni e rigidità e/o la paura del cambiamento.
Una dipendenza affettiva o cattiva abitudine che non siamo in grado di cambiare (a causa di una bassa autostima) o la mancanza di motivazione, serve pertanto volontà e disciplina necessaria per rendere efficace lo sforzo.

Le emozioni negative.

Le emozioni negative che ci fanno soffrire spesso inutilmente (rabbia, risentimento, senso di colpa, ecc). Alcuni di queste, possono apparentemente darci energia o un senso di potere o di controllo, ma emotivamente soprattutto a lungo andare, influenzano il nostro comportamento negativo ed il nostro dialogo interno (cioè il modo in cui comunichiamo con noi stessi, la vocina che ci critica o sostiene dinnanzi agli accadimenti).

Un’immagine negativa di noi stessi che viene da una forte e costante condizionamento auto-rinforzante.

I ricordi negativi degli eventi passati ci causano dolore. Spesso ci aggrappiamo a loro, perché rafforzano la nostra immagine come vittime o perché abbiamo sempre conosciuto quell’immagine di noi stessi che ormai è diventata la convinzione della nostra identità, quindi dobbiamo distruggere questa credenza limitante.

Denaro o alcuni oggetti materiali.

L’attaccamento al denaro e agli oggetti materiali, diventa per noi una vera e proprio ossessione all’accumolo, al confronto con gli altri, al gareggiare in continuazione perché crediamo erroneamente che solo così potremo essere poi felici e soddisfatti! Ma è vero? Purtoppo no, anzi questa è la bugia più grande che una persona può credere!

Un senso di attaccamento, esagerato e negativo, vieni sviluppato purtroppo sin da quando eravamo bambini, magari grazie ad i nostri primi maestri di vita: i genitori.

Ogni bambino sviluppa questa sensazione. Se questa è stata positiva, allora avremo un senso di sicurezza quando si raggiunge l’età adulta, l’indipendenza emotiva creando relazioni positive sia con le persone e con le cose. Ma se un tale collegamento è stato negativo, vale a dire, se il bambino ha vissuto con ansia ed insicurezza le relazioni e rapporti con le cose materiali, crescerà probabilmente con un senso di attaccamento smisurato favorendo gelosie, invidie, vendette e rappresaglie costituendo l’attaccamento come il centro della sua vita.

Tra i motivi principali per cui tratteniamo, troviamo la paura del cambiamento e dell’ignoto, che a nostro avviso può essere negativa e difficile da gestire. Nessuno vuole perdere qualcosa che in cui ha piacere, ma ostinarsi a trattenere non serve a nulla. Occorre lavorare sulla rigidità, sulla eccessiva razionalità del controllo, e questa rigidità ci dà il senso erroneamente di potenza e controllo. Quindi in qualche modo sicurezza, che rappresenta uno dei bisogni dell’essere umano!

La scarsa autostima che ci immobilizza.

Tuttavia, se conosciamo la ragione, continuare a cercare di “aggrapparsi e non lasciare andare” crea scuse che ci impediscono di crescere, nell’ipotesi migliore ci fa soffrire.

Lasciare andare significa fluire, aprire le nostre mani e lasciare scivolare il risentimento, come la sabbia scivola tra le dita aperte, per essere finalmente liberi.

Cosa fare?

Fare una buona analisi di sé stessi, con onestà e consapevolezza, vedere in “terza persona” quali siano le emozioni e gli stati d’animo che si stanno attraversando.

Immagina di “lasciare andare” quella persona o stato d’animo come se lasciassi andare un palloncino ad elio, vedendolo andare verso il cielo, mentre, con un sorriso puoi dire addio, sentirti a proprio agio e in pace.
È possibile farlo nella realtà, scrivendo sopra un piccolo foglio, il pensiero che ti tormenta e trattieni a te, dopo averlo legato ad un palloncino puoi lasciarlo andare via lontano da te.

Una delle caratteristiche più importanti è lasciar andare il passato, imparare a vivere nel presente, qui e ora, fissare la tua attenzione su ciò che stai facendo in ogni momento.
Ricordo sempre a mia figlia Serena di 8 anni che ogni momento è unico e irripetibile, quindi è importante viverlo pienamente e non distrarsi con altri mille cose. Quando si compie un’azione è necessario viverla con la testa e con il cuore, occorre essere là.

Lasciar andare una relazione o qualsiasi tipo di perdita, è importante per chiudere il cerchio e per piangere se occorre, vivere e gestire in modo appropriato le emozioni e la guarigione delle nostre ferite, cambiando le credenze limitanti che ci fanno soffrire.

Per rilasciare qualsiasi situazione, persona o cosa, in generale, è importante scoprire che cosa guadagni nel cambiamento rispetto a rimanere in quella posizione mentale e quali convinzioni e pensieri errati ci associ, per poter apportare le modifiche necessarie.